Nel 1984 il Presidente della Repubblica Italiana è Sandro Pertini, omaggiato dal Toto Cutugno nazionale nel suo più grande tormentone, "L'italiano", con il quale stava sulla cresta dell'onda dall'anno precedente. Una strofa di quella canzone parla del vezzo tipico dell'automobilista italico di passare il tempo con l'autoradio sempre nella mano destra. Un dipinto veritiero di un Paese e di una popolazione che ha avuto sempre un debole per le macchine, stimolato da una cultura e da una tradizione splendente in fatto di quattro ruote. In quel periodo la nuova stuzzicante ossessione si chiama Lancia Thema.
Una storia d'amore con gli italiani
La prima uscita ufficiale della Thema avvenne a casa sua: al Salone dell’Automobile di Torino nel novembre del 1984. Per gli italiani fu amore a prima vista, di quelli che fanno venire il battito accelerato, l'iper salivazione e le farfalle nello stomaco. Il merito è di quelle linee tanto semplici quanto calde, eleganti e classiche, interpretate magistralmente dalla matita di Giorgetto Giugiaro. In un colpo solo, come quando si sparecchia una tavola imbandita, tutte le competitor dell'ammiraglia di Lancia divennero obsolete. Intorno alla Thema si creò un sentimento di puro desiderio, quasi peccaminoso, con gli automobilisti più disparati tra loro, che la misero nel mirino per conquistarla il prima possibile.
Nelle concessionarie di Lancia arrivarono frotte di professionisti, imprenditori, scalatori delle finanza e yuppies all'italiana, con l'orologio sopra al polsino come Gianni Agnelli, a ordinarne una per rappresentare al meglio il loro stato sociale: la Thema significa che ce l'hai fatta. La puoi mostare con orgoglio ai parenti, ai colleghi e ai vicini di casa, per farli ingelosire quanto basta. Il filtro d'amore, poi, viene deglutito anche dallo Stato, che la rende ufficialmente una delle sue predilette "auto blu". In fondo l'abito scuro le dona. La lunga storia d'amore ha inizio.
Elegante e opulenta
La Lancia Thema è figlia di un progetto ambizioso, innovativo, moderno e ben congegnato. Per lei viene concepito un pianale razionale, dove si possono abbinare comfort, abitabilità e guidabilità a un livello eccellente. Questa piattaforma prende il nome di "Tipo 4" che il Gruppo Fiat, in un'ottica di economia di scala e di sinergia tra marchi, distribuisce anche ad altre grandi berline: Fiat Croma, Saab 9000 e, successivamente, Alfa Romeo 164. Il suo designer, Giugiaro, studia per la Thema un intreccio di linee pulite, geometriche, decisamente classiche. I tre volumi sono abilmente bilanciati con poche cromature e senza guarnizioni e gocciolatoi alle portiere, che la rendono ancora più aggraziata.
Oltre all'aspetto puramente estetico, rispettando l'adagio in cui l'occhio vuole la sua parte, offrono una grande esaltazione anche gli allestimenti interni, con i sedili che possono essere rivestiti da un pregiato velluto, dall'Alcantara, e - per la prima volta in un auto di serie - dalla pregiata pelle Poltrona Frau. Il suo possessore deve restare ammaliato, attonito e soddisfatto dell'oggetto che capita sotto alla sua mano. Il metodo migliore per farlo sono gli optional: sedili regolabili e riscaldabili elettricamente, sia quelli anteriori che quelli posteriori, e doppio impianto di climatizzazione automatico di straordinaria efficacia, chiamati “Automatic Climate System” e “Automatic Heating System”. In poche parole, la Thema è una signora, all'accorrenza elegante e talvolta opulenta, ma sempre con grande classe.
Lancia Thema, quando il secondo capitolo è meglio del primo
Nella cinematografia raramente il secondo capitolo di un film di successo, riesce a superare quanto di buono è stato raggiunto con il titolo originale. Sono pochissimi gli esempi che controvertono questo assioma, che in linea di massima funziona anche per il mondo delle automobili. La Lancia Thema è una delle più dolci eccezioni, perché la seconda serie lanciata nel 1988, piace ancora più della prima. I ritocchi estetici donano alla linea una personalità più rilevante, che accentua la sua indole seduttiva che diventa d'un tratto travolgente. Lo testimoniano le vendite e il gradimento degli automobilisti, che la sceglieranno con più foga rispetto all'primigenia targata 1984.
L'ammiraglia torinese punta su un lifting del suo aggraziato volto, adesso riconoscibile per dei fari divisi orizzontalmente in cui la parte inferiore, di colore più scuro, viene contraddistinta dalla presenza degli indicatori di posizione. Internamente, invece, le modifiche riguardano i rivestimenti sui copriporta che diventano in lamina di legno a poro aperto, mentre sulla plancia razionale e di personalità, compaiono dei pulsanti e degli interruttori dal taglio più moderno. La Thema scava nel cuore, punge con la sua freccia come Cupido, e prosegue a far innamorare la platea degli utenti della strada.
Il finale di carriera
Quando l'Italia viene travolta da Tangentopoli, che scoperchia un sistema corrotto e depravato che coinvolge il suo establishment, la Thema diventa il simbolo su quattro ruote di quell'amara stagione. Aprendo qualsiasi telegiornale dell'epoca, la lussosa berlina diventa involontaria protagonista, con passaggi di fronte alle aule di tribunale e nei palazzi del potere. Lo specchio di un'epoca luminosa, fragile come un gigante dai piedi d'argilla, si adombra con una tempesta che scuote tutti quanti. La Thema con la terza serie uscita proprio nel 1992, si appresta a un congedo che arriverà di lì a poco. Prima, però, mostra ancora qualche colpo a effetto come i paraurti rinforzati da nuovi scudi, le cromature brunite e un'altra moltitudine di optional. Il suo cursus honorum finisce nel 1994 con 370.000 esemplari venduti, lasciando spazio a un cataclisma di nome Lancia K. Sono ancora tanti coloro che rimpiangono la Thema, un'auto completa e all'avanguardia.
Familiare e con motore Ferrari
Dulcis in fundo, dicevano i latini, lasciamo al finale la portata - forse - più gustosa. La Thema ha dato dignità al mondo delle station wagon, relegate per decenni ad auto di fatica, di servizio, da lavoro sporco, con la sua versione "familiare" che ha introdotto il lusso in un campo dove non si era fino a quel momento misurato. Ha affidato la partita del design alla Pininfarina, non uno nome qualsiasi, vincendo la sua sfida. La sua "giardinetta", a partire dal 1986, viene venduta in 20.000 esemplari, non pochi per un settore quasi di nicchia per l'epoca.
La più estrema, però, è la versione 8.32, chiamata anche Thema Ferrari. L'idea tanto folle quanto brillante, è quella di mettere il motore prodotta a Maranello sotto al cofano della berlina torinese. Nessuno si era mai spinto a tanto, ma d'altronde in quel periodo proliferano le berline pompate e sportive, e Ferrari è unanimente la massima espressione della performance. La sigla indica 8 cilindri e 32 valvole, che si traducono in 215 CV che fanno della Thema la vettura a trazione anteriore più veloce al mondo, coi suoi 240 km/h. Tecnicamente vanta delle sospensioni elettroniche con taratura automatica o sportiva selezionabili dal conducente, oltre a un alettone posteriore retrattile (il primo della storia).
Gli interni sono un tripudio di sfarzosità e lusso, come si confà a una vettura che nel 1986 ha un prezzo di listino di 61.207.140 lire. Della prima serie ne furono vendute circa 2370, mentre sono 1150 quelle realizzate della seconda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.