L'esercito di microcar che invade le metropoli

Piccole, sicure, si guidano anche dai 14 anni e stanno sempre di più allargando la loro platea

L'esercito di microcar che invade le metropoli
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La micromobilità ha dato una mano salvifica a coloro che vivono nelle metropoli. Guidare queste piccole e sfiziose microcar fa risparmiare tempo, specialmente quando si è alla caccia di un parcheggio, e contribuisce ad abbattere le emissioni di CO2 nell’aria. E il pianeta ringrazia.

Ma cosa sono queste eroine della quotidianità? Sono dei quadricicli a motore che possono essere alimentati a benzina e diesel, o in alternativa a batteria, con una lunghezza che si aggira tra i 2 metri e i 2 metri e mezzo.

Queste vetturette frizzanti e agili sono ideali per sgusciare con destrezza nell’intenso traffico delle grandi città italiane. E infatti nei giorni nostri rappresentano una concreta alternativa per tutti coloro che alle due ruote, o al classico motorino, prediligono il comfort delle quattro ruote, anche per un motivo di sicurezza. Un parametro, naturalmente, da non sottovalutare specialmente quando si parla dei più giovani e inesperti utenti della strada.

Infatti, si può salire al posto di comando di una microcar anche a quattordici anni, con l’ausilio della licenza AM o patentino, e a sedici anni si può perfino portare a bordo anche un passeggero qualora il quadriciclo lo consenta da omologazione. Dicevamo sicurezza, alcune microcar moderne sono dotate di cinture, ADAS e di molteplici dispositivi di assistenza alla guida al pari delle colleghe più grandi e prestigiose, come: ESP, frenata automatica di emergenza o airbag.

La velocità massima non va mai oltre gli 80 km/h, anche se la media spinge la lancetta del contachilometri intorno ai 45 km/h.

Difficilmente si può sgarrare col piede destro sull’acceleratore, così che i genitori possano tirare un sospiro di sollievo. Attualmente, il mercato sta iniziando a proliferare in modo creativo.
Addirittura, si sono affacciati a questo mondo anche dei marchi avulsi alla micromobilità avendo un nome forte da spendere nel settore automobilistico.

L’apripista è stata la Renault Twizy, arrivata nell’orbita di mercato prima e sulle strade poi, come un ufo, un alieno da guardare con circospetta curiosità.

Oggi, invece, quell’ardito esempio è stato ricalcato dalla Citroen Ami, forse la più apprezzata degli ultimi tempi, seguita dalla nostalgica Fiat Topolino, anche in carrozzeria “spiaggina” per muoversi con stile sulle strade di qualche isola baciata dai raggi del sole, o dalla Opel Rocks-e, la più ribelle e alternativa del trittico offerto dal grande gruppo industriale Stellantis.
A questo elenco non si può non citare la Microlino, microcar 100% elettrica che trae ispirazione a piene mani dalle “bubble car” del passato come la mitica Isetta, o la Xev Yoyo che sta conquistando sempre più baldi giovani grazie alla sua modernità e tecnologia.

Ci sono poi delle vere istituzioni come Aixam, che propone una gamma molto nutrita di modelli per rispondere alle più svariate esigenze, o Ligier, che al pari della “rivale” storica garantisce soluzioni intelligenti e pragmatiche per vincere la battaglia quotidiana con l’odioso traffico.

Riscuotono un enorme consenso anche le varie Eli Zero, Estrimo Birò e ZD D2S.

Tutti dei compatti quadricicli elettrici che stanno cambiando l’approccio alla strada di tante persone.

Le microcar non hanno sempre goduto di stima e apprezzamento, suscitando talvolta scherno e scatenando qualche battuta azzardata, ma ora i tempi si sono evoluti e stanno diventando un fenomeno di tendenza.

Infine, i prezzi oscillano tra i 5.000 e i 15.000 euro. È sufficiente osservare la fauna motorizzata delle nostre città per capire che la colonizzazione procede senza sosta.

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