Prosegue la "pausa" di produzione nello stabilimento Stellantis di Mirafiori. Almeno fino a settembre, nel torinese non verranno prodotte nuove auto. Dallo scorso gennaio sono operativi solamente gli operai, circa 800, che lavorano sulla produzione di componenti meccaniche, impiegati nella linea di realizzazione dei cambi per le Panda, che vengono prodotte a Pomigliano. Altri 400, invece, lavorano nel reparto di Economia Circolare ma qui ci sono già stati dei tagli sui turni nei mesi scorsi.
Dopo i contratti di solidarietà fino a dicembre che sono stati già siglati per i 1000 operai della linea di produzione di Maserati, lo stesso destino attende i 1200 operai che fino a ora era stati impegnati nella produzione della 500e. Per loro, al momento, lo stop è previsto fino al 4 agosto, poi la fabbrica si fermerà per ferie fino ad agosto. "Purtroppo era nell’aria che per gli addetti della 500 elettrica, dopo quelli della Maserati, ci sarebbe stata la richiesta strutturale di ammortizzatori sociali. Abbiamo firmato esclusivamente per garantire il sostegno al reddito della maestranze", dichiara al Corriere della sera Edi Lazzi della Fiom Cgil di Torino.
Il nuovo corso non sembra stia giovando allo stabilimento di Mirafiori, che da anni ricorre agli ammortizzatori sociali. Sembrava che la produzione della 500 elettrica potesse dare un nuovo slancio alla fabbrica alle porte di Torino ma i piani non sono andati come si prevedeva. La piccola elettrica Fiat puntava a una produzione di 100mila veicoli l'anno ma gli eventi hanno preso un corso diverso e così Mirafiori e i suoi operai tornano alla Cig. Un tira e molla costante per chi lavora nello stabilimento che un tempo era il fiore all'occhiello dell'industria automobilistica italiana, che ora, invece, stenta a restare a galla.
"Le tensioni tra Stellantis e il governo non fanno bene al Paese e non fanno bene ai lavoratori. Il prezzo delle liti lo pagano i lavoratori: va trovato al più presto un accordo per il rilancio dell’auto", ha dichiarato Luigi Paone della Uilm Torino, che poi ha aggiunto: "Il governo adesso deve compiere ogni sforzo possibile in direzione di un’intesa che assicuri produzioni al nostro paese e l’azienda si renda maggiormente sensibile alla responsabilità sociale".
Ma la preoccupazione degli operai è ora condivisa anche dai quadri, come fanno sapere dal sindacato AQCF-R: "Rimane la necessità impellente di dare in tempi brevi una missione al Plant di Mirafiori, che versa in una situazione veramente complicata e difficile per i lavoratori, molti dei quali, giunti ad un’età ormai avanzata, vedono come unico futuro le uscite incentivate".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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