Model Y, tutti i segreti dietro al successo dell'auto più venduta al mondo

Il crossover elettrico di Elon Musk ha totalizzato 1,2 milioni di unità nel 2023, scavalcando alcuni «mostri sacri» del calibro di Toyota Rav4 e Volkswagen Golf

Model Y, tutti i segreti dietro al successo dell'auto più venduta al mondo
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Nonostante avesse tutto contro, in primis lo scetticismo degli analisti e degli esperti di settore, Tesla ce l’ha fatta. Model Y – il crossover elettrico, cuore della gamma del brand – è ufficialmente riconosciuto come il modello di auto più venduto nel corso del 2023. Notevole considerando un marchio ancora agli inizi, capace però di progettare, sviluppare e produrre tutto internamente, senza significative sinergie con attori esterni. Badate bene, un record non solo circoscritto all’auto elettrica – per la quale, a maggior ragione, non ci sarebbe partita - ma includendo qualsiasi mezzo a quattro ruote, in ogni parte del globo.

E pensare che ad agosto 2023 (in attesa dei dati complessivi), la percentuale di auto elettriche vendute in tutto il mondo ammontava a circa il 13% del totale, poco meno di un milione di immatricolazioni. Da sola, Model Y ha totalizzato la bellezza di 1,2 milioni di unità da gennaio a dicembre dello scorso anno, scavalcando alcuni “mostri sacri” come Toyota Rav4, Corolla e Volkswagen Golf. Il crossover di Tesla è riuscito a primeggiare in Europa (250mila immatricolazioni) e in Cina (quasi mezzo milione). Un risultato ottenuto grazie ad un mix di fattori, in primis l’incredibile riconoscibilità del brand, diventato vero e proprio oggetto del desiderio, al pari di quanto fatto da Apple nel mondo della telefonia. Linee originali, tecnologia e un po’ di sana tendenza – tipica del periodo attuale, guidato dai trend di mercato – hanno alimentato il successo, già ampiamente supportato dalle mere caratteristiche tecniche.

Non bisogna però dimenticare alcuni fattori squisitamente oggettivi, quali l’incredibile rapporto qualità/prezzo, l’elevata autonomia assicurata dai bassi consumi, l’efficiente rete di ricarica proprietaria e – vero pilastro del business di Elon Musk – l’incredibile capacità produttiva. Laddove i principali costruttori europei e asiatici arrancano per consegnare le vetture entro i canonici sei mesi, Tesla assicura attese alle volte inferiori ai 30 giorni. La grande “semplicità” del modello – poche versioni, allestimenti standard e solo la possibilità di scelta per colore e cerchi – ha fatto sì che venissero abbattuti i tempi logistici per la consegna delle vetture in ogni parte del pianeta. Un modello capace di conquistare anche per l’estrema praticità, con tanto spazio per i passeggeri e i relativi bagagli, l’equipaggiamento full optional e un supporto tecnologico ancora sconosciuto a moltissimi colossi dell’auto europei. Dulcis in fundo, l’abbassamento costante dei listini. C’è chi ipotizza si tratti di una semplice “bolla”, chi invece prevede già il tracollo dell’industria dell’auto elettrica e chi crede imminente il sorpasso da parte dei colossi cinesi.

La realtà è che si tratta di un contesto in continuo ed incessante mutamento, la cui prevedibilità rasenta lo zero. Ciò che è certo, è che il marchio americano è qui per restare e, a maggior ragione, per imporsi. Più di quanto non abbia già fatto.

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