Nuova Alfa Romeo Giulia 2023: prova su strada, pregi e difetti del restyling. La miglior berlina?

Nuovi gruppi ottici full-led, cresce la qualità degli interni e migliora il comparto multimediale, riconfermandosi il punto di riferimento in termini di piacere di guida

Nuova Alfa Romeo Giulia 2023: prova su strada, pregi e difetti del restyling. La miglior berlina?

Nuova Alfa Romeo Giulia restyling 2023. Una delle auto più attese e cercate per tutto il 2023, è arrivata finalmente sulle nostre pagine. L’icona italiana nel mondo parlando di berline tre volumi sportive. Oggi, come sette anni fa, il punto di riferimento di una categoria di veicoli per ciò che riguarda il piacere di guida e il feeling con la meccanica. Si rende più bella, tecnologica e connessa ma non cambia la sostanza scaturita dall’ottima piattaforma Giorgio, capace di incarnare al meglio il vero DNA Alfa Romeo. Motore longitudinale, trazione posteriore e uno schema sospensivo da far invidia a tutta la concorrenza tedesca. Sarà ancora la migliore berlina in commercio? La risposta al termine dell’articolo.

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Design e dimensioni

Davanti ad un occhio inesperto, le migliorie potrebbero anche passare quasi inosservate. Nuova Alfa Romeo Giulia lavora di fino per aggiustare quei piccoli dettagli che non avevano convinto fin dal debutto nel 2016, aggiornandosi poi laddove è stato necessario adeguarsi agli standard attuali. Non variano le dimensioni, sempre da segmento D a tre volumi, con 4,64 m di lunghezza per 1,86 m di larghezza e 1,44 m di altezza. È chiaramente costruita a partire dall’ormai iconica piattaforma Giorgio, il non plus ultra del segmento, capace di accogliere trazione posteriore o integrale, con albero di trasmissione in carbonio e schema sospensivo a doppio quadrilatero alto all’avantreno, mentre multi-link (o Alfa Link) a cinque bracci al posteriore.

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Lato estetico sono piccole e mirate le modifiche apportate su questo restyling, a partire dal frontale, dove si ergono i nuovi gruppi ottici “3+3”, a triplo elemento circolare, ripresi in primis da Tonale e poi, guardando al passato, dalla mitica SZ Zagato. Non cambia la parabola del faro ma la tecnica, adottando ora una soluzione a matrice di led, sviluppata da Magneti Marelli. Si riconferma il design del trilobo anteriore con finitura nera lucida e leggere modifiche sulle proporzioni, quasi impercettibili. Nuovo anche il design per i cerchi in lega, specifici per ogni allestimento, fino a 19”, mentre nel posteriore appare una finitura più trasparente per il gruppo ottico. A richiesta, per circa 450 euro, è possibile richiedere il trattamento fumè della lente. L’allestimento Veloce, da noi provato, arricchisce la vettura con paraurti specifici, maggiormente sportivi, doppio scarico con terminali neri a vista, cerchi dedicati e modanature dei finestrini nere lucide.

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Interni, tecnologia e qualità

Marginali ma significativi aggiornamenti anche all’interno, con migliori materiali, assemblaggi e finiture in alcune aree specifiche. L’impostazione della plancia rimane confermata, con la vista asimmetrica che risale dal passeggero fino a coprire la nuova strumentazione digitale da 12,3” inglobata nell’iconica forma a cannocchiale Alfa. La grafica è in stile retrò, con indicatori circolati e numeri radiali, mentre nel centro vi è tutta la parte di gestione del computer di bordo, navigazione, impostazioni e molto altro. Al centro si staglia il display da 8,8” dell’Alfa Connect, il sistema multimediale direttamente integrato nel pannello nero del cruscotto: si gestisce tramite il touch o con il comodo rotore circolare al centro del tunnel, che non cambia forma o design. Sempre presente anche la cloche del cambio, con tanto di bandiera italiana sottostante, mentre il volante sportivo a tre razza guadagna una miglior pelle e delle cuciture a doppia impuntura.

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Più morbidi e solidi i materiali del pannello portiera, con pelle più soffice e plastiche meno fragili, anche nella parte bassa dell’abitacolo. Da lode la pelle Nappa dei sedili sportivi, con colorazione rosso acceso per questo nostro esemplare, regolazione elettronica e possibilità di riscaldamento. Altri dettagli apprezzabili sono sicuramente i paddle in alluminio dietro al volante, sempre incastonati nel piantone dello sterzo, oltre alla pelle che ricopre la palpebra della plancia o l’impianto Hi-Fi Premium marchiato Harman Kardon con 14 altoparlanti. Non manca la connettività per Apple o Android tramite cavo dati, oltre al bluetooth o alla radio DAB. Disponibile anche la telecamera posteriore, sebbene la qualità dell’immagine risulti ancora sotto allo standard di altri costruttori tedeschi. Non varia poi la capacità del bagagliaio, sempre a partire da 480 litri.

Prova su strada

L’esemplare da noi provato era equipaggiato con il motore a benzina più potente in gamma (eccezion fatta per la Giulia Quadrifoglio) ovvero il 2.0 4 cilindri turbo da 280 CV e 400 Nm, abbinato al cambio automatico ZF ad otto rapporti e alla trazione integrale Q4. Si tratta di una versione dalle prestazioni notevoli, come testimoniano i soli 5,2 secondi necessari per scattare sullo 0-100 km/h e i 240 km/h di velocità massima. La spinta è consistente e ricca di schiena, soprattutto a metà dell’arco dei giri, sebbene manchi a questo propulsore un po’ di “cattiveria” nell’erogazione, anche in modalità “D” per Dynamic. Avrei gradito un sound più coinvolgente dallo scarico, decisamente molto “chiuso” e privo di alcuna tonalità sportiva. Si percepisce chiaramente che la piattaforma è pensata per supportare ben altre potenze, risultando quasi sottodimensionato e poco energico soprattutto nella parte bassa dei giri. È più una questione di sensazione che non di dati oggettivi perché, in fin dei conti, le velocità che è in grado di toccare sono proibitive e anche in poco tempo. Tuttavia avrei preferito una taratura di cambio e propulsore più aggressiva, soprattutto in D. Al contrario, si sposa bene con tutti gli altri contesti in modalità “N” per Normal o “A”, che ora significa Advanced Efficiency, volta a minimizzare i consumi. L’auto appare così molto rilassata e soffice nei cambi marcia, con lo sterzo leggero e facilmente ingaggiabile. Il cambio snocciola agilmente le marce, trovandosi già in quinta marcia sotto ai 50 km/h.

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Tuttavia, a sorprendere sempre e comunque di Giulia è il feeling con la guida e con la meccanica. Lo sterzo, morbido ma super diretto, consente di inserire la vettura in curva con estrema semplicità, supportato dall’ottima tenuta di strada, dalla leggerezza dell’auto (1.620 kg) e dal raffinato schema di sospensioni. Grazie all’elevata stabilità in curva, non è stato necessario equipaggiare l’auto con una taratura troppo rigida degli ammortizzatori. In questo modo appare incredibilmente confortevole su fondi irregolari e bilanciata quando l’asfalto si fa liscio e perfetto. Handling è ovviamente da prima del segmento, spostandosi con naturalezza da una curva all’altra senza far percepire alcuna inerzia o spostamento del peso. La ripartizione 50:50 della massa le consente di essere precisamente composta anche in caso di svolte aggressive o correzioni all’ultimo secondo. Mandare in crisi la sua meccanica significa osare più di quanto il codice della strada consenta di fare sul suolo pubblico. Lo schema Q4 rende poi tremendamente incollata all’asfalto ogni singola ruota, annullando alcun tipo di sottosterzo in entrata di curva grazie ad una regolazione minuziosa del differenziale elettronico posteriore. Erano mesi che, con tutta onestà, non mi capitava di percepire questa naturalezza di guida a bordo di un’auto moderna. Tra suv, crossover, citycar, berline compatte e altre auto generiche, è stata una piacevole (ri)scoperta tornare al volante di Giulia.

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Consumi e prezzi

Chiaramente non ci si può aspettare miracoli da un 2.0 4 cilindri turbo benzina da 280 CV completamente endotermico. Le medie con un utilizzo normale, si attestano su 11,5 km/l, con piede gentile e una buona alternanza tra città e strade extraurbane. In autostrada a velocità costante si stabilizza su 14 km/l, ma con uno stile di guida aggressivo o strade di montagna, non è impossibile scendere sotto ai 10 km/l, soprattutto in modalità Dynamic e cambio in modalità manuale.

Il listino di nuova Alfa Romeo Giulia 2023 parte da una base di 47.050 euro per 2.2 turbo diesel da 160 CV in allestimento Super. L’allestimento Veloce della nostra prova parte invece da 54.550 euro, sempre abbinato al diesel da 160 CV. Il 2.2 diesel da 211 CV attacca invece da 57.050 in allestimento T.i. mentre per l’unico benzina in gamma, ovvero il 2.0 280 CV i listini partono da 54.550 in allestimento Super. L’auto da noi provata, con l’allestimento Veloce e benzina da 280 CV, con qualche optional, arrivava a sfiorare i 64.000 euro, contro una base di listino di 62.050.

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Considerazioni finali

La Giulia è sempre la Giulia” la prima frase che ho pronunciato non appena ritirata la vettura in prova. Posto guida perfetto. Sterzo perfetto. Appoggio in curva perfetto. Tutto è dove dovrebbe essere per strapparci un sorriso su una bella strada ricca di curve. Peccato che su questo 280 CV manchi un po’ di carattere e di sound dallo scarico. È stata un’occasione persa per rendere questa versione a benzina una piccola Quadrifoglio più accessibile. Per chi necessita di macinare molti chilometri ci sono sempre le due versioni diesel. C’è un po’ di rammarico per l’assenza di alcun tipo di elettrificazione sui motori, non tanto per il piacere di guida – ovviamente - quanto più per una questione di appeal sul mercato auto attuale. Giulia (così come Stelvio) è un’auto incredibilmente genuina, bella da guidare, da guardare e da vivere. Alcuni competitor tedeschi fanno sicuramente meglio dal punto di vista della cura degli interni, per ciò che concerne l’alternanza di materiali o di alcuni gadget tecnologici (ad esempio manca l’illuminazione led multicolore a bordo e accessori simili) ma chi sceglie un’auto come Giulia, probabilmente non ripone attenzione a questi dettagli. Le novità estetiche sono perfettamente azzeccate, senza stravolgere un’auto nata perfetta in partenza. Certo che se fossero state introdotte qualche anno fa, nessuno si sarebbe messo di traverso, anzi.

Come si dice in questi casi “meglio tardi che mai”. Probabilmente in futuro non ci sarà spazio per auto come Giulia, ma si spera sempre che un brand come Alfa Romeo possa proporre qualcosa di diverso dal main stream dell’automotive contemporaneo. Dai Alfa, avanti tutta!

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