Opel Omega Lotus fu presentata nella primavera del 1989.
Un look fuori dal comune che le aveva fatto guadagnare l’appellativo di “vettura costruita con i pezzi avanzati da RoboCop”. Trent'anni fa nasceva quella che sarebbe diventata a distanza di decenni una berlina ricercatissima e soprattutto l’esempio di quanto negli anni ’80 tra le Case automobilistiche c’era un livello di competizione tale da sfornare veri e propri concept con abiti stradali.
Presentata in anteprima al Salone di Ginevra nell'89, la Opel Omega Lotus (Vauxhall Carlton Lotus sul mercato inglese) era una rivisitazione in chiave estrema e sportiva dell’apprezzata quattro porte tedesca, una vettura frutto di una sofisticata operazione di tuning applicata a un modello alto di gamma.
Un aspetto che non passava inosservato, un look straordinariamente cattivo per una vettura che, seppur di dimensioni generose, trasmetteva grinta.
La sua linea era frutto di una serie di studi condotti al fine di renderla stabile e sicura alle altissime velocità, nonostante la presenza di vistose appendici aerodinamiche, di passaruota allargati e di prese d’aria supplementari sul cofano, queste ultime poste in corrispondenza dei turbocompressori, la Omega Lotus aveva un coefficiente di penetrazione aerodinamica (Cx) di 0.30.
Interessante notare come le grosse prese d’aria presenti sul paraurti anteriore convogliavano aria ai radiatori dell’olio, lo spoiler posteriore invece aveva il compito di aumentare il carico aerodinamico della berlina, spingendo la vettura verso il basso al fine di una migliore direzionalità e aderenza al suolo.
Opel Omega Lotus, l’esclusivo verde metallizzato
Cuore di questa straordinaria berlina era il suo poderoso motore da 3.6 litri, un propulsore in grado di sprigionare una potenza massima di 377 cavalli con distribuzione bialbero a 24 valvole. Le prestazioni della Omega Lotus erano incredibili, la grande berlina 4 porte raggiungeva i 100 km/h in meno di 5.4 secondi.
Fu prodotta in un numero limitato di esemplari grazie alla stretta collaborazione con la Lotus, numerose le parti provenienti dalla Omega 3000 tra cui scocca e sospensioni, diversi i componenti esclusivi creati appositamente per questo modello tra cui la testata in alluminio con distribuzione 24 valvole, i due turbocompressori Garrett e il doppio intercooler che aveva il compito di ridurre la temperatura consentendo l’incremento della massa d’aria necessaria per la combustione, una soluzione che aumentava rendimento e potenza.
Presenti due convertitori catalitici a circuito chiuso, realizzati in materiale metallico non infiammabile e impermeabile.
Opel Omega Lotus, il cambio manuale a 6 marce
La super berlina tedesca era equipaggiata con un cambio manuale a 6 marce, in grado di sfruttare l’abbondante potenza del motore. I primi cinque rapporti erano ravvicinati e sportivi, la sesta marcia era “di riposo” al fine di ridurre il regime di rotazione del motore e limitare i consumi.
Per supportare l’incremento di coppia, la Omega Lotus fu equipaggiata con una frizione da 9.5 pollici completamente nuova, con la molla del diaframma della frizione che lavorava a trazione in modo da aumentare il contatto sullo spingidisco, una caratteristica questa che a differenza delle comuni frizioni che lavoravano a compressione, consentiva di ridurre lo sforzo sul pedale della frizione.
Specifiche per questo modello anche le sospensioni che rappresentavano una evoluzione rispetto a quanto montato sulle comuni Opel Omega, i due puntoni aggiuntivi assicuravano una maggiore stabilità e una migliore risposta alle reazioni dello sterzo.
I cerchi da 17 pollici calzavano pneumatici a sezione differenziata: 235/45 all’anteriore e 265/40 al retro, i dischi erano ventilati, tutti con diametro da 320 mm.
Opel Omega Lotus: dotazione
Completa la dotazione di serie che comprendeva i sedili anteriori di tipo sportivo, con poggiatesta integrato, riscaldati e con
regolazione elettrica e memoria, il cruscotto rivestito in pelle Connolly, il tetto apribile elettricamente, l’aria condizionata, il computer di bordo, i quattro alzacristalli elettrici e l’impianto radio con lettore di cassette.
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