Potenza e consumi: quanto impatta l'uso dell'aria condizionata in auto

Usufruire dei benefici del climatizzatore significa ovviamente sacrificare una parte dei cavalli del propulsore e di conseguenza incrementare il consumo di carburante

Potenza e consumi: quanto impatta l'uso dell'aria condizionata in auto
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L'aria condizionata garantisce il massimo comfort quando ci si trova al volante della propria auto, in particolar modo nei viaggi più lunghi, ma come ogni comodità c'è ovviamente un prezzo da pagare, dal momento che il suo utilizzo comporta un sacrificio in termini di potenza del motore e un incremento del consumo di carburante.

Ormai i sistemi di aria condizionata sono a disposizione di quasi tutti i mezzi a quattro ruote, e grazie ad essi è possibile modificare la temperatura interna, riscaldando oppure raffreddando l'abitacolo a seconda delle necessità e della stagione. Il procedimento è abbastanza semplice e si basa sull'uso di un compressore azionato dal motore che consente di mantenere freddo il gas liquido riducendo di conseguenza la temperatura dell'aria esterna che viene immessa all'interno del circuito. Si tende ad associare l'uso dell'aria condizionata solo alla stagione estiva, ma farlo anche d'inverno non solo aiuta a mantenere efficiente l'impianto e a ottenere un ambiente più confortevole, bensì anche a deumidificare l'auto migliorando l'aria che si respira e disappannando vetri e parabrezza.

Per qualunque scopo la si voglia utilizzare è innegabile che ciò comporta delle conseguenze. Il consumo energetico dipende soprattutto dalla qualità del compressore, il quale dovrebbe prendere dal motore solo la potenza sufficiente a svolgere la funzione richiesta: maggiore è la qualità, e quindi più efficiente è il dispositivo, e più bassi saranno i consumi per modificare la temperatura dell'abitacolo.

Considerato questo, quanto pesa il suo utilizzo in auto? Se il climatizzatore è in funzione in marcia serve ovviamente più potenza, dato che è il motore ad alimentarlo: a parità di velocità di crociera, con l'accensione dell'aria condizionata bisogna premere di più sull'acceleratore, il che ovviamente incrementa il consumo di carburante. Ci sarebbero una serie di variabili da considerare per fare dei calcoli precisi di caso in caso, dato che influiscono, ad esempio, il tipo di propulsore, l'intensità di lavoro richiesta al climatizzatore, le dimensioni dell'abitacolo e le temperature all'esterno. Mediamente, a seconda delle circostanze, i consumi si possono incrementare in una percentuale compresa tra il 5% e il 20% per via del fatto che anche il compressore va alimentato: si parla circa di una potenza tra i 2/5 kWh. Dal momento che il propulsore necessita di 0,1/0,2 litri di carburante all'ora per gestire il climatizzatore, si può stimare l'uso di 0,5/1,5 litri di carburante ogni 100 km.

In linea generale la miglior efficienza del climatizzatore si regista in autostrada o comunque lungo tragitti lunghi in cui si mantiene una velocità costante: la guida in città, con strappi più frequenti e soste e ripartenze pesa di più sul motore e di conseguenza anche sui consumi di carburante. In queste condizioni di bassa velocità il propulsore, infatti, è costretto a sacrificare una parte maggiore della sua potenza per fornire energia al compressore, per cui il consumo di carburante può pesare in certi casi fino al 20% in più.

Il consiglio migliore, a parte quello di evitarne se possibile l'utilizzo per tragitti brevi, è quello di occuparsi con costanza della

manutenzione dell'impianto per renderlo più efficiente anche relativamente ai consumi: basta ricordarsi di ricaricare il refrigerante, pulire i filtri e far verificare l'integrità del sistema elettrico almeno ogni 2 anni.

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