La scalata ha avuto inizio nel 2013, anno in cui Andrea Crespi, romano, classe 1968, ha varcato la soglia dell'azienda Hyundai. In principio come managing director fino ad arrivare, nel settembre scorso, alla presidenza. E quando un italiano raggiunge i vertici di un'azienda straniera c'è sempre da battere il petto.
Se non erro è la prima volta che la casa coreana promuove un italiano al ruolo di presidente, sente il peso della responsabilità?
"È vero, è la prima volta che accade e naturalmente ne sono molto orgoglioso. Quello che è importante per me sottolineare è che non si tratta di un risultato individuale ma del frutto di un grande lavoro di squadra. Tutto il team di Hyundai Italia ha lavorato, a diversi livelli, per il rafforzamento del brand nel mercato italiano. C’è stata una grande evoluzione del prodotto, che ci ha portati nel tempo a diventare il settimo brand nel canale privati. Di pari passo, anche i servizi al cliente sono cambiati nel tempo, divenendo oggi un’esperienza facile e digitale – siamo tra i pochi a offrire una piattaforma di e-commerce realmente digitale al 100%, Hyundai Click to Buy. In conclusione – più che peso della responsabilità, trovo sia una grande opportunità per il team e per il brand in Italia: un grande stimolo a fare ancora di più e ancora meglio".
Da 10 anni in Hyundai, qual è stato il principale cambiamento dal 2013 a oggi?
"Il cambiamento più tangibile è stata la crescita dal punto di vista del prodotto: dal design alle tecnologie, gli ultimi 10 anni hanno visto una vera e propria rivoluzione, che ha portato grandi soddisfazioni e riconoscimenti come World Car of The Year per il crossover elettrico IONIQ 5. Alimentazioni incredibilmente avanzate, lo stato dell’arte delle tecnologie di sicurezza e connettività, il design sofisticato hanno sostenuto la crescita del brand, che ora risulta il marchio di auto che cresce più velocemente, nella classifica globale di Interbrand. In pochi anni, Hyundai è passata dall’essere un costruttore molto improntato al diesel, all’essere una compagnia fortemente legata all’ibrido. Un esempio è la Tucson, che fino alla generazione precedente vendeva un diesel ogni due auto, e grazie all’arrivo del nuovo modello siamo oggi a un ibrido ogni due Tucson immatricolate in Italia".
E la cosa più difficile che avete dovuto affrontare?
"È stata la congiuntura e l’instabilità seguita a pandemia e scenari internazionali. Instabilità che affrontiamo puntando sulla disponibilità di prodotto, sulle soluzioni su misura e sulla digitalizzazione dei servizi a 360°".
Hyundai ha avuto una crescita su diversi fronti: quota di mercato, immatricolazioni, profitti e valore di brand. Il segno + sembra all’ordine del giorno. Quali fattori hanno principalmente contribuito a tale successo nel mondo e poi, nello specifico, in Italia?
"Si tratta di un percorso strutturato, sviluppato nel tempo su più fronti. Partendo dal prodotto, il marchio si è posizionato su un’offerta completa che comprende un design distintivo, alimentazioni elettrificate incredibilmente avanzate, tecnologie di sicurezza e connettività, servizi – proponendo soluzioni su misura delle esigenze dei clienti. In questa evoluzione, il brand ha lavorato per rafforzare l’approccio “customer-centric”: le persone, gli stili di vita, le esigenze quotidiane rimangono il punto focale per Hyundai. È proprio da qui che parte la nostra vision “Progress for Humanity”: mettere a disposizione tecnologie allo stato dell’arte per rendere la vita di ogni giorno più semplice, sicura e connessa. Possiamo farlo grazie a un’offerta di prodotto molto ricca, che permette di scegliere tra tutti i livelli di elettrificazione e tutte le alimentazioni green (dall’ibrido in tutte le sue varianti all’elettrico, fino all’idrogeno), sui diversi segmenti. In Italia, un fattore chiave è stata la disponibilità immediata dei modelli più amati nei segmenti chiave del mercato, come i SUV Tucson e Kona. Ma anche modelli come IONIQ 5 ci hanno permesso di rafforzare il brand, specialmente per quanto riguarda la transizione verso l’elettrico".
Come gruppo e come brand avete puntato fin dal 2016 sull’elettrificazione con Hyundai Ioniq. Oggi la famiglia omonima di veicoli elettrici rende omaggio a quel modello. In futuro, come verrà gestito il "dualismo" tra Hyundai e Ioniq?
"Al contrario, nessun dualismo. La famiglia IONIQ, gamma interamente elettrica, rappresenta il futuro della mobilità, il fiore all’occhiello della nostra proposta elettrica. Ma Hyundai è uno degli unici costruttori che offre, oggi, tutte e 5 le tecnologie di alimentazioni sostenibili esistenti: ibrido, ibrido plug-in, BEV… fino all’idrogeno. Hyundai ha una risposta per ogni consumatore, sia per chi è pronto ad abbracciare soluzioni già pienamente elettriche, sia per chi si avvicina a soluzioni ibride. La nostra strada verso la mobilità a zero emissioni è tracciata. Entro il 2035 cesseremo la commercializzazione di motori termici in Europa e per il 2045 puntiamo alla neutralità carbonica. Già oggi, la scelta di commercializzare in Norvegia solo auto elettriche da gennaio di quest’anno è significativa dell’impegno e della convinzione del brand".
Non solo elettrico ed ibrido. Hyundai è anche spirito racing e competizione con la divisione N, un dipartimento nato in un periodo storico in cui l’auto sportiva continua a non avere vita facile. Quanto è stata coraggiosa tale scelta di casa madre? Quanto il brand N si integrerà nel futuro dell’auto elettrica?
"È stata una scelta coraggiosa ma anche coerente perché nel DNA di Hyundai c’è la convinzione che guidare non debba mai essere noioso e l'esaltazione del piacere e dell’esperienza di guida è uno dei nostri cardini progettuali. Da questo nasce l’idea di una gamma dedicata alle alte prestazioni che però possano essere usate anche nella vita di tutti giorni. Sicuramente si è trattato di una sfida che ci sta dando però dalle grandi soddisfazioni; cito qui i20 N che nel 2022 si è guadagnata una posizione di leadership fra le piccole ad alte prestazioni, superando molte concorrenti. A luglio 2022 abbiamo presentato due concept – RN22e e N Vision 74 – che preludono all’arrivo dell’elettrificazione nelle alte prestazioni, coerentemente con il nostro impegno verso la transizione energetica. Il primo passo concreto in questa direzione sarà IONIQ 5 N, primo modello 100% elettrico della gamma N in arrivo alla fine di quest’anno".
La ricercatezza estetica ha rappresentato un valore importante per gli ultimi modelli di Hyundai. Basti vedere Ioniq 5 e Ioniq 6, entrambe rappresentanti di una precisa filosofia di design. Cosa è cambiato in Hyundai negli ultimi anni?
"Dal 2017, con Kona, abbiamo assistito ad un netto cambio di paradigma rispetto al passato. Mi ricollego a quanto dicevo poco fa. Il design ha avuto un ruolo centrale nella nostra evoluzione con la “Sensous Sportiness”, una filosofia stilistica che cerca di unire un appeal emotivo, emozionale a una dimensione di sportività e di buone proporzioni. Un altro aspetto caratteristico è l’immagine della scacchiera che l’Head of Style di Hyundai, Simon Loasby, cita spesso per spiegare il nostro approccio: ogni auto della gamma Hyundai ha un ruolo e caratteristiche diverse che di adattano a persone e segmenti diversi. Sono tutte riconoscibili come Hyundai perché provengono dalla stessa scacchiera ma sono tutte in una certa misura differenti perché su questa scacchiera giocano un ruolo diverso".
Oltre all’ampliamento della famiglia Ioniq con un suv/crossover di medie dimensioni, cosa possiamo aspettarci da Hyundai entro il 2030?
"I programmi sono piuttosto ambiziosi: 11 modelli 100% elettrici da qui al 2030, fra i quali nel 2024 il SUV di grandi dimensioni SEVEN, terzo modello dalla gamma IONIQ. Tutto questo sarà sostenuto da investimenti sull’R&D per l’efficienza delle batterie agli ioni di litio e lo sviluppo di batterie di nuova generazione, introducendo l'Architettura Modulare Integrata (IMA) nel 2025 e investendo un totale di oltre 70 miliardi di euro in attività future sempre entro il 2030. Di questi circa 15 saranno destinati solo all’elettrificazione".
Come crede che si debba intervenire in Italia per agevolare la diffusione sostenibile dell’auto elettrica? Come farà, da qui al 2035 a diventare la normalità?
"Già oggi la mobilità elettrica è una realtà possibile se pensiamo che in media le auto in Italia percorrono meno di 15mila km ogni anno. L’autonomia delle batterie è già sufficiente per garantire un utilizzo normale, senza stravolgere abitudini. Chiaramente la diffusione su larga scala può avvenire soltanto se l’obiettivo diventa strategico e di sistema. Il target fissato dall’Unione Europea con Fit for 55 è raggiungibile se ogni stakeholder fa la propria parte in questo percorso congiunto – dal legislatore ai fornitori di infrastruttura, fino ai costruttori come Hyundai".
Un altro italiano come lei, mi riferisco a De Meo, ha dichiarato che dalla Ue serve più politica industriale e meno limiti, è d'accordo?
"Il paragone con De Meo mi lusinga ma ovviamente la sua voce è di gran lunga più autorevole della mia, con un ruolo globale. Mi trovo d’accordo sul fatto che stiamo attraversando una fase di profondo cambiamento e che ci vuole una certa velocità di reazione.
È una rivoluzione che coinvolge tanto il sistema produttivo quanto le abitudini di vita e di consumo. Non si torna indietro, questo è chiaro. La strada è tracciata e tutti dobbiamo fare la nostra parte, sulla base delle responsabilità che ricopriamo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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