Emma Morley e Dexter Mayhew si sono appena laureati: fuori è il 15 luglio 1988, si trovano a Edimburgo e c'è ancora tutta la vita da fare. Decidono di passare quella notte insieme, anche se non arrivano ad un contatto fisico maggiore di un tenero abbraccio. Lui è ricco, affascinante e disinibito, lei più dimessa, ma sognatrice. L'attrazione è evidente. Non si toccano, ma si fanno una promessa: dovunque li porterà la vita, si rivedranno almeno un giorno all'anno. Quel giorno, il 15 luglio. Succederà davvero, per i successivi vent'anni.
Si apre così una delle storie romantiche più amate del nostro secolo, forse perché nella crescita dei due protagonisti - usciti dalla fervida penna di David Nicholls - interpretati da Anne Hathaway e Jim Sturgess, c'è un po' il percorso di ciascuno di noi. I sentimenti che sgorgano, gli intralci della vita, la fatica per emergere nel lavoro desiderato - Emma vorrebbe fare la scrittrice, Dex finirà a fare il presentatore di squallidi show televisivi - e quella per ritrovarsi.
In uno dei loro giorni insieme, una volta l'anno, i due decidono di mettersi in viaggio. E lo fanno a bordo di un'auto che subito conquista, senza fare prigionieri, per la sua tracimante bellezza. Si tratta di una Triumph Vitesse e comparirà, guidata da Dexter, anche in altre scene del film.
Prodotta dalla Triumph Motor Company tra il 1962 e il 1971, rappresentava la versione level up della Triumph Herald, con la quale condivideva molto della carrozzeria. Cambiava però - per opera del designer italiano Giovanni Michelotti, che aveva immaginato entrambe le vetture - il frontale, dove i fari erano quattro e tutti circolari e pure il cofano aveva una forma differente. Gli interni erano rifiniti in legno, presente anche negli sportelli, per donare quella sensazione di lusso aggiuntivo che poteva permettersi una classe più agiata della media inglese.
La spingeva un motore 6 cilindri in linea con albero a camme, con due carburatori da 70 cv. Fin dal momento del suo lancio venne resa disponibile in due versioni: berlina e decappottabile, come quella che vediamo nel film. La grande fascinazione estetica che produceva era in grado di mascherare, almeno inizialmente, qualche problema relativo alla tenuta di strada, che divenne però più accentuato quando la casa costruttrice britannica aumentò, negli aggiustamenti successivi, la potenza del motore (mettendo dentro 95 cv).
Per ovviare a questi problemi si lavorò molto sulle sospensioni e, di
ricamo in ricamo, la guida risultò più sciolta. Nonostante il successo formidabile, con oltre 50mila esemplari prodotti, Triumph la stoppò nel 1971, in linea con la costante esigenza di innovazione del brand.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.