Volkswagen pensa di chiudere una fabbrica in Germania: è la prima volta della sua storia

La strategia del gruppo prevede di risparmiare 10 miliardi di euro entro il 2026 ma sembrerebbe non essere abbastanza

Volkswagen pensa di chiudere una fabbrica in Germania: è la prima volta della sua storia
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Volkswagen sta valutando di chiudere una fabbrica in Germania per la prima volta nella sua storia.“La situazione è estremamente tesa e non può essere risolta attraverso semplice misure di taglio dei costi”, queste le parole dell’amministratore delegato Thomas Schäfer il quale ha informato il consiglio dei lavoratori di questa possibilità, annunciando anche che l'azienda potrebbe ritirare l'impegno a non effettuare licenziamenti fino al 2029. Con questa azione verrebbe segnato un punto critico per l'industria automobilistica europea.

I tagli previsti

Volkswagen ha definito un piano specifico al fine di gestire al meglio la situazione economica. Nonostante la strategia preveda di risparmiare 10 miliardi di euro entro il 2026, lo sforzo sembrerebbe non dare i risultati previsti. La situazione finanziaria di Volkswagen è messa ulteriormente sotto pressione dagli elevati investimenti necessari per la transizione verso la mobilità elettrica, una strategia che comporta costi significativi ma che è ritenuta essenziale per rimanere competitivi in un mercato in rapida evoluzione. A complicare ulteriormente il quadro si somma il rallentamento dell'economia tedesca che riduce la domanda interna e crea un contesto di incertezza economica.

A questo si somma la crescente concorrenza dei produttori cinesi, che stanno rapidamente guadagnando quote di mercato grazie a modelli innovativi e a prezzi competitivi. Oltre alla chiusura della fabbrica di automobili, è anche in discussione la possibile cessazione delle attività in un impianto di componenti, il che potrebbe avere ulteriori ripercussioni sull'occupazione e sulla produzione complessiva del gruppo.

I sindacati

La possibile chiusura della fabbrica ha scaturito diverse critiche da parte dei sindacati. L'annuncio ha suscitato una forte reazione da parte dei sindacati tedeschi. La IG Metall ha criticato duramente la decisione, definendola "irresponsabile" e avvertendo che potrebbe "compromettere le basi" di Volkswagen, il principale datore di lavoro in Germania. Daniela Cavallo, presidente del consiglio dei lavoratori e rappresentante di 662 mila dipendenti Volkswagen, ha espresso la sua disapprovazione nei confronti della dirigenza, accusandola di aver commesso numerosi errori strategici negli ultimi anni. Tra questi, ha sottolineato il mancato investimento nelle tecnologie ibride e l'incapacità di sviluppare veicoli elettrici a basso costo, fattori che hanno messo l'azienda in una posizione di svantaggio competitivo.

La situazione globale

In questo frangente è utile comprendere anche il quadro globale in merito al mercato automobilistico che sta attraversando una fase estremamente critica. Nonostante gli ingenti investimenti dei produttori nell'elettrificazione, le vendite di veicoli elettrici faticano a prendere slancio. A complicare ulteriormente la situazione persiste la concorrenza delle auto cinesi a basso costo, che sta mettendo sotto pressione i costruttori europei.

Inoltre, l'inflazione e il rallentamento delle economie dell'Unione Europea stanno riducendo la propensione dei consumatori ad acquistare beni durevoli e costosi come le automobili, aggravando così la crisi del settore.

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