Aziende regionali nell’occhio del ciclone

Suona la carica per gli ultimi incarichi. Dopo le aziende sanitarie che promuovono primari e caposala, gli istituti di ricerca e i policlinici che ingaggiano nuovi dirigenti, l’ultimo approdo felice per gli amici di quel centrosinistra che ha perso le elezioni regionali sembrano essere le società regionali. Holding e spa finanziate con le risorse dell’erario ma che sembrano avere vita aziendale propria. Una manna per chi è rimasto fuori dalla stanza dei bottoni usufruire delle ultime offerte. Non a caso sono proprio queste le aziende dove nell’ultimo mese è approdato o sta per approdare in seguito a concorsi banditi all’ultimo minuto un esercito di nuovi impiegati.
Ecco qualche numero per quanto riguarda Arsial (società di sviluppo e innovazione per l’agricoltura), At Lazio (agenzia del turismo) e Arpa Lazio (agenzia per la protezione dell’ambiente). All’Arsial nell’ultimo mese hanno stipulato 28 contratti: 9 per dirigenti di cui si stanno effettuando le prove selettive. Oltre a funzionari che spaziano dal settore della ricerca e comunicazione sociologica nell’ambito agricolo (22mila euro annui) alla valorizzazione agro-alimentare (30mila), alla protezione della flora aggredita dal tarlo asiatico (7 contratti per 6 mesi da 12mila euro) e fino all’istituzione di un servizio per la promozione della qualità (2 contratti da 22mila). Stessa solfa all’At Lazio dove i contratti in via di definizione, in quanto la preselezione si è già svolta l’11 marzo, sono ben 13. Infine all’Arpa Lazio manca poco per la scelta di 4 nuovi dirigenti a tempo indeterminato malgrado l’ex reggente Montino a metà marzo avesse scritto all’agenzia per interrompere le selezioni fino alle elezioni regionali. L’Arpa ha fatto orecchie da mercante e ha continuato sulla stessa linea. Curiosamente anche se il nuovo presidente del Lazio Renata Polverini ha replicato più volte di pensare all’annullamento delle nomine e all’impugnativa dei contratti i vertici delle aziende regionali proseguono imperterriti nell’espletamento delle loro funzioni tra selezioni e nuovi concorsi. Fatti dinanzi ai quali non mancano i commenti a caldo come quello dell’europarlamentare Alfredo Pallone, coordinatore vicario del Pdl del Lazio. «La Regione Lazio è un polpo tentacolare le cui emanazioni si articolano in decine di società e agenzie che, seppur nate in nome della sussidiarietà e semplificazione, rischiano di diventare ospizi per politici e amici della sinistra, da ricollocare in qualche stanza del potere. Ci troviamo - specifica - di fronte a un quadro inquietante dal quale emerge chiaramente una gestione assolutamente privatistica della cosa pubblica».
L’accenno riguarda i 5 anni di giunta Marrazzo. «A nulla sono valse le grida di allarme lanciate dai banchi dell’opposizione. Le interrogazioni presentate sono rimaste chiuse nei cassetti degli assessori regionali che si sono trincerati dietro un muro di gomma fatto di silenzi e omertà.

Il metodo adottato - conclude il parlamentare del Ppe - si è basato sulla sistematica eliminazione di tutti gli organi di controllo tramite i quali sarebbero venute a galla le tante anomalie gestionali di queste società». Alcune di queste sono sotto gli occhi di tutti proprio in questi ultimi giorni in cui in sella rimangono i vecchi dirigenti nominati da quello stesso centrosinistra.

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