
Un 2025 di «transizione», sotto il peso di dazi per 100 milioni, attende Campari da due mesi nelle mani del nuovo ad Simon Hunt che ieri ha licenziato i numeri del 2024, preparando il terreno a una riorganizzazione profonda del gruppo. Un bilancio imputabile per lo più a Matteo Fantacchiotti - da maggio a settembre al timone della società degli spirit dopo l'avvicendamento con Robert Kunze Concewitz - e che ha visto il 2024 ricavi netti per 3,07 miliardi, in aumento del 5,2% grazie a Courvoisier (casa di cognac acquistata nel 2023) e ai brand in distribuzione, ma un utile di gruppo rettificato pari a 376 milioni, in calo del 3,7%. L'utile netto è stato di 202 milioni, in ribasso del 39 per cento.
L'ebit rettificato si è attestato a 605 milioni (-2,5%), pari al 19,7% delle vendite nette. E l'indebitamento finanziario netto è salito a 2,37 miliardi, in aumento di 523 milioni rispetto all'anno precedente principalmente «per le acquisizioni e gli investimenti straordinari, parzialmente compensati da una generazione di cassa solida». Nonostante la flessione, il dividendo proposto per l'esercizio è pari a 0,065 per azione, ed è allineato all'anno precedente.
La società ha spiegato che «il potenziale impatto in dodici mesi dei dazi al 25% sulle importazioni dal Messico, dal Canada e dall'Europa verso gli Stati Uniti, non incluso nella guidance sopra indicata, è stimato in circa 90-100 milioni prima di potenziali azioni di mitigazione, attualmente in fase di valutazione». Questo impatto non è considerato nelle stime 2025 che resta, quindi, un anno in bilico per l'azienda obbligata a ridisegnare la mappa del gruppo sia geograficamente sia a livello organizzativo. Sul 2025 è atteso un programma di contenimento di costi, di razionalizzazione dei marchi e anche un taglio alla forza lavoro. Le indiscrezioni di inizio anno parlavano di circa il 10%, quindi di 500 persone a livello globale di cui 100 in Italia, ma secondo indiscrezioni raccolte dal Giornale nei giorni scorsi la stima potrebbe essere fin troppo prudente e in realtà più vicina al 15-18 per cento. Ieri è stato esplicitato soltanto che è in corso una trattativa con i sindacati.
«La nostra leadership negli aperitivi rappresenta un'opportunità in continua espansione alla luce dell'evolversi dei trend dei consumatori, che, insieme alla nostra tequila e al portfolio di spirits premium, possiede un potenziale anche per l'espansione geografica a livello globale. Allo stesso tempo, massimizzeremo il potenziale del gruppo attraverso la generazione di efficienza e l'execution commerciale, conseguendo al contempo la riduzione della leva operativa e finanziaria», ha detto Hunt che pur confermando gli obiettivi 2025 non ha esplicitato le azioni che intende intraprendere per curare Campari dopo un 2024 difficile, soprattutto per le quotazioni del titolo.
Nell'ultimo anno il corso delle azioni si è praticamente dimezzato perdendo - nel solo 2024 - oltre il 40% del valore. Ieri invece prima della pubblicazione dei conti, avvenuta a Borsa chiusa, le azioni Campari in contro tendenza hanno guadagnato l'1,35% a 5,85 euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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