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Ogni anno quasi 4 milioni di persone, principalmente donne e bambini, muoiono prematuramente a causa degli effetti diretti o indiretti dell’uso di sistemi di cucina inefficienti e pericolosi. Per contrastare questa crisi silenziosa, Eni ha lanciato il programma "Eni for Clean Cooking", protagonista della mostra "FE&L Food Energy & Life", allestita dal 15 al 30 ottobre al Corner MAXXI di Roma. L’esposizione documenta l’impatto del progetto in Mozambico e Angola, illustrando come l’adozione di fornelli migliorati stia trasformando le condizioni di vita delle comunità locali, contribuendo alla riduzione delle emissioni e alla promozione della salute pubblica.
I numeri del clean cooking
Sul tema Emanuele Banfi, responsabile della gestione carbon credit di Eni, ha affermato: "Il clean cooking è stato per tanto tempo un tema sottovalutato, anche se al mondo ogni anno muoiono quasi 4 milioni di persone, per effetti diretti o indiretti delle cucine. Oltre un miliardo di persone in Africa cuociono ancora tutti i giorni il cibo su quelli che vengono chiamati fornelli a tre pietre con fuoco libero che ovviamente produce molto inquinamento nelle case e intossica le famiglie". Eni sta portando avanti un programma che mira a distribuire sistemi di cottura migliorati per ridurre le emissioni domestiche, in linea con il suo obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. L'iniziativa prevede di coinvolgere 10 milioni di persone entro il 2027 e 20 milioni entro il 2030. "Ad oggi, abbiamo già raggiunto oltre un milione di persone, collaborando con partner locali nei Paesi in cui operiamo", ha dichiarato Banfi, sottolineando l'importanza del progetto nel quadro della transizione ecologica di Eni.
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Un passo avanti per il clima e le comunità
La mancanza di accesso globale a soluzioni per la cucina pulita è un fattore significativo che contribuisce al cambiamento climatico. Come sottolinea Dymphna van der Lans, CEO di Clean Cooking Alliance, le emissioni di CO2 nel settore della cucina tradizionale sono paragonabili a quelle dell'industria aeronautica globale. Tuttavia, il costo per affrontare il problema della cucina pulita è significativamente inferiore rispetto a quello dell'aviazione: "Il costo da affrontare per l'aviazione è circa cento volte maggiore rispetto a quello necessario al clean cooking, dove i vantaggi sono immediati e più facili da ottenere". Un esempio concreto di quanto questo progetto sia importante per le comunità locali viene dal Padre Giuseppe Meloni, direttore generale dell'Istituto Superiore Don Bosco a Maputo, Mozambico. Il progetto gestito dall'istituto ha già distribuito quasi 40.000 stufe efficienti nella favela di Maputo. Padre Meloni sottolinea i vantaggi pratici, soprattutto in termini di risparmio per le donne: "Le donne evidenziano alcuni aspetti: il primo è il risparmio". Inoltre, il progetto ha anche una forte componente sociale, dando lavoro a giovani locali nella produzione di queste stufe. "Abbiamo una linea di produzione che impiega attualmente 25 ragazzi e ragazze", afferma Meloni, che mira a produrre tra i 44.000 e i 46.000 pezzi all'anno, con l'obiettivo di arrivare a 200.000 pezzi prodotti e distribuiti, e un potenziale di 300.000.
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I fornelli portatili efficienti
Chef Fatmata Binta, Ambasciatrice del Turismo Responsabile per le Nazioni Unite, ha sottolineato l'impatto positivo dei fornelli portatili efficienti: “Avere a disposizione un fornello portabile, leggero che non consumi molta energia e che permetta di cucinare un pasto completo per tutta la famiglia ha davvero un forte impatto”. Riferendosi al progetto sui fornelli migliorati, portato avanti in collaborazione con Eni, ha aggiunto: “È stato molto significativo e fonte di ispirazione lavorare con Eni a questo progetto sui fornelli migliorati, che si concentra su salute, nutrizione e gastronomia. Non vedo l'ora di vedere questo straordinario progetto espandersi ulteriormente in Africa e scoprire quante altre comunità possiamo raggiungere”.
La campagna del WFP
Il tema del clean cooking è strettamente legato alla sicurezza alimentare globale, in quanto l’accesso a metodi di cottura sicuri e sostenibili riduce l’inquinamento, migliora la salute e facilita la preparazione di cibo nutriente. Garantire che le famiglie possano cucinare in modo efficiente e senza rischi è fondamentale per la loro qualità di vita e per prevenire malattie legate all’uso di combustibili tradizionali, contribuendo così al miglioramento delle condizioni alimentari. Proprio nel mese di ottobre, il Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp) ha lanciato la campagna “Un mondo senza fame” per rispondere a una crisi globale crescente, caratterizzata da “una combinazione tra conflitti, crisi climatici, disastri e povertà”. Grazie all’app ShareTheMeal, il Wfp permette di sostenere chi è in difficoltà con una donazione di 70 centesimi, sufficiente per nutrire una persona affamata.
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