"Ha creato un clima finanziario ostile". L'Ue contro Putin per i casi Ariston e Bosch

L'Unione europea si è mossa contro la decisione russa di nazionalizzare le aziende europee che operano in Russia: "Revocare queste misure immediatamente"

"Ha creato un clima finanziario ostile". L'Ue contro Putin per i casi Ariston e Bosch
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Vladimir Putin sfida l'Europa nazionalizzando le aziende a partire dall'italiana Ariston. La Farnesina, che nelle scorse ore ha convocato l'ambasciatore russo a Roma ha espresso "forte disappunto" per la decisione di espropriare la filiale russa dell'azienda e ha auspicato che Mosca riconsideri il provvedimento. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani sta seguendo con grande attenzione la vicenda fin dal suo inizio, annunciando che avrebbe approfondito le conseguenze dell'azione russa con i partner G7 e Ue, valutando insieme a loro "una risposta appropriata".

La risposta da Bruxelles non si è fatta attendere tramite il portavoce "Esteri" della Commissione europea, Peter Stano, che ha sottolineato come il trasferimento delle filiali russe di Ariston e Bosch a Gazprom "è un'altra prova del fatto che Mosca ignora il diritto internazionale, è un attore imprevedibile anche nel settore economico, ha creato un clima finanziario arbitrario e ostile". A fronte di questo, prosegue il portavoce, l'Europa invita "la Russia a revocare queste misure immediatamente". L'apparato dell'Unione europea è impegnato in questi giorni a monitorare la situazione, in modo tale da "valutare quali passi intraprendere".

Ariston Thermo dal 2021 ha spostato la sede legale nei Paesi Bassi ma ha numerosi stabilimenti di produzione in 40 Paesi di tutto il mondo, compreso uno a una ventina di km da San Pietroburgo, a Vsevolozhsk, che è stato trasferito per decreto alla Gazprom Domestic Systems. Ariston Thermo è quotata nella Borsa di Piazza affari e da vent'anni investe nel mercato russo. Anche per questi motivi i suoi vertici si sono detti "estremamente sorpresi" dalla decisione presa dalla Russia. Alla domanda se l'Ue possa reagire, il portavoce Stano ricorda che "abbiamo già imposto una serie di sanzioni ad ampio raggio alla Russia, innanzitutto in relazione alla sua aggressione illegale contro l'Ucraina. Naturalmente, prima di tutto chiediamo a Mosca di fermare queste misure e di invertirle, cercando soluzioni accettabili con le aziende europee che sono prese di mira".

La questione è molto spinosa e apre un nuovo fronte del conflitto tra l'Unione europea e la Russia, che potrebbe estendersi in considerazione del numero di aziende europee che operano anche in Russia ormai da molti anni. Diverse sono anche le aziende italiane che continuano a operare in Russia ed è a loro che il ministro Tajani guarda con apprensione in queste ore: giovedì 2 maggio ha convocato un "tavolo Russia" per proseguire il monitoraggio delle ultime decisioni assunte dal governo della Federazione russa sulle attività di aziende italiane in Russia.

All'incontro ci sarà il segretario generale del ministero, ambasciatore Riccardo Guariglia, insieme ai rappresentanti di Confindustria, del mondo imprenditoriale e delle associazioni di categoria interessate, con i dirigenti dei ministeri coinvolti.

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