Tensione su Ariston. Tajani contro Mosca

L'ambasciatore alla Farnesina: "Replica ad atti ostili". E la Russia vuole annettersi altre 21 aziende straniere

Tensione su Ariston. Tajani contro Mosca
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L'Italia ha chiesto alla Russia di ritirare il cosiddetto provvedimento Ariston, con il quale qualche tempo fa Mosca ha disposto il trasferimento in amministrazione temporanea di Ariston Thermo Rus, società appartenente al Gruppo Ariston, alla JSC Gazprom Household Systems, un'impresa del gruppo Gazprom. Un provvedimento nei contri dei quali Roma esprime «forte disappunto» e che «non trova fondamento nel diritto, tanto più considerando che esso è stato adottato nei confronti di un'impresa che ha nvocare puno storico radicamento nel Paese e che non ha alcuna connessione con l'attuale situazione di crisi internazionale», come ha detto ieri il segretario generale del ministero degli Esteri, ambasciatore Riccardo Guariglia. Che ieri, su stringente indicazione del vicepresidente del consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, ha convocato l'ambasciatore russo a Roma, Alexey Paramonov, per chiedere spiegazioni e invocare una marcia indietro.

E il diplomatico di Mosca non si è tirato indietro, parlando espressamente di una «risposta ad atti ostili e contrari al diritto internazionale degli Stati Uniti e dei suoi Stati stranieri affiliati finalizzati a privare illegalmente la Russia, i suoi legali e gli individui del diritto a proprietà situate nel territorio di quei Paesi». Da ciò una ritorsione che Mosca giustifica come «pienamente legale». Anzi, secondo Paramonov sarebbero le autorità italiane a doversi sentire responsabili per le «conseguenze negative» derivante dalla «distruzione» dei «fruttuosi rapporti commerciali ed economici» un tempo esistenti tra Mosca e Roma. Non basta. Paramonov ha spiegato che d'ora in poi sarà questa la modalità con la quale la Russia procederà nei confronti delle aziende degli Stati che hanno adottato sanzioni contro la Russia a seguito dell'invasione dell'Ucraina. Un provvedimento simile a quello usato nei confronti di Ariston ha già colpito anche un'azienda tedesca mentre sarebbero almeno 21 le aziende straniere per le quali sono già state avviate misure analoghe da parte di Mosca.

Guariglia da parte sua ha ricordato a Paramonov la dura presa di posizione dell'Unione europea «che, con un proprio comunicato, ha duramente condannato il provvedimento, che ha colpito anche un'azienda tedesca, sottolineando, fra l'altro, come esso rappresenti una ulteriore prova del mancato rispetto da parte della Russia del diritto internazionale». E ha chiesto che esso venga riconsiderato, anche in funzione del suo carattere temporaneo, ricordando come il ministro Tajani «si riservi di approfondire le conseguenze della decisione russa insieme ai partner G7 e Ue e di valutare una risposta appropriata».

Sulla vicenda il ministro delle Imprese e del made Italy, Adolfo Urso, ha sentito in conference call il presidente di Ariston Group, Paolo Merloni e l'ad del gruppo, Maurizio Brusadelli, per spiegare le azioni

intraprese dal governo insieme a Bruxelles sulla messa a punto di nuovi strumenti, nell'ambito del quadro sanzionatorio comunitario, volti a tutelare le imprese italiane ed europee interessate da analoghi «atti di ritorsione».

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