I materiali segreti che rivestono gli interni dei treni superveloci

L'azienda siciliana Omer è leader nella progettazione e realizzazione di interiors per treni e metropolitane: vende in tutto il mondo e ha un secondo stabilimento negli Stati Uniti

I materiali segreti che rivestono gli interni dei treni superveloci
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A scorrerla così, sembra la classica storia di azienda famigliare italiana la cui fortuna era destinata a rimanere confinata dentro le ristrette mura del panorama nazionale. Nata nel 1990 a Carini, comune affacciato sul mar Tirreno, a pochi chilometri da Palermo, Omer (acronimo di Officine Meccaniche Russello) era infatti stata fondata con l’obiettivo di produrre componenti in alluminio per autobus.

Invece, a poco più di 30 anni dalla sua nascita, l’azienda siciliana è diventata punto di riferimento a livello internazionale per il mondo ferroviario, specializzandosi nella progettazione e produzione di componenti e arredi interni di treni superveloci, regionali e metropolitane. Tanto che oggi firma gli interni dei treni Frecciarossa, dei treni regionali Caravaggio, dei treni regionali francesi, delle metropolitane di Parigi e Stoccolma, oltre che quelli di convogli in servizio in ogni angolo del pianeta.

La lega di alluminio di derivazione aeronautica

“La scelta vincente di mio padre fu quella di specializzarsi fin dall’inizio nella lavorazione della lega di alluminio di derivazione aeronautica, cosa che ci ha consentito di sviluppare nuovi mercati e aprirci al settore ferroviario quando, a metà degli anni Novanta, la produzione locale di autobus andò in crisi”, racconta Giuseppe Russello, amministratore delegato di Omer, insignito lo scorso autunno dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Non solo. L’altra mossa decisiva fu, “una volta cominciato a lavorare per il settore ferroviario, quella di specializzarci nell’allestimento di componenti interni, facendo della ricerca e dell’innovazione di processo e di prodotto il nostro punto di forza”.

Se colossi del settore, da Alstom-Bombardier a Hitachi, passando per Stadler e Siemens, hanno deciso nel corso degli anni di affidarsi a questa realtà siciliana, che nel frattempo è cresciuta al punto da superare quota 400 dipendenti tra il quartier generale di Carini e lo stabilimento aperto a Detroit, negli Stati Uniti, è stato proprio in virtù dell’altissimo grado di specializzazione. È grazie a questo che l’azienda vince quotidianamente la sfida di garantire con i propri prodotti confort e resistenza a mezzi che viaggiano fino a 350 chilometri all’ora.

Giuseppe Russello
Giuseppe Russello, Amministratore Delegato di Omer

Il primato a livello europeo

“Omer ha da sempre creduto e investito in innovazione tecnologica e di processo. Il nostro staff conta oltre 50 ingegneri, di cui una trentina focalizzati sullo sviluppo dei prodotti realizzati dall’azienda con materiali e tecnologie sempre più performanti e all’avanguardia”, prosegue Russello. “Oggi probabilmente siamo la prima società per dimensione degli impianti e degli stabilimenti a produrre interiors in Europa, e dal 2017 abbiamo avviato uno stabilimento produttivo negli Stati Uniti per essere pronti ad accogliere tutte le opportunità e le sfide che il mercato americano ci presenterà”.

Per farlo nel 2021 l’azienda è anche sbarcata a Piazza Affari, mentre dal punto di vista della ricerca collabora con centri di ricerca e università per sviluppare soluzioni e materiali compatibili con la sfida della resistenza e della leggerezza, in un settore nel quale il prezzo non è tutto. Ogni chilo di materiale risparmiato su un veicolo ferroviario che resta in servizio 30 anni e che percorrerà milioni di chilometri, infatti, fa un’enorme differenza. Sia in termini economici, sia ambientali.

Treni: il boom dell'alta velocità

Tutto ciò spiega perché in una fase storica come quella attuale, nel quale il trasporto su rotaia sta vivendo una seconda giovinezza grazie all'espansione della rete ad alta velocità in molti paesi nel mondo, l’azienda sia in costante crescita. Tanto da avere già in portafoglio ordini per 115 milioni di euro per i prossimi anni (ultimo dato diffuso a novembre 2022) a fronte di un fatturato di circa 63 milioni di euro, il 45% dei quali frutto dell’export in Francia, Germania, USA e Inghilterra.

Non basta. Per il futuro “stiamo guardando alla crescita attraverso due direzioni. La prima è quella interna, perché stiamo acquisendo nuovi contratti per la crescita del nostro business.

L’altra è quella esterna, per cui ci stiamo interessando a nuovi prodotti che vadano ad affiancare quelli che già facciamo, con la possibilità di fare acquisizioni che portino valore alla nostra attività nel settore ferroviario”, conclude Russello.

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