Le macchinette del caffè Ivs entrano nella galassia Lavazza. Il gruppo torinese guidato da Antonio Baravalle (nella foto) ha lanciato - attraverso il veicolo Grey - un’Opa volontaria per cassa sulla totalità delle azioni Ivs, attivo nella distribuzione automatica di caffè, bevande e snack con un fatturato 2023 pari a 726,1 milioni (+34%). Obiettivo finale: il delisting. Lavazza era già azionista di Ivs con una quota del 20% e con questa offerta da 650 milioni si beve il gruppo rafforzandosi nel settore del vending.
Il prezzo dell’Opa di 7,15 euro per ciascuna azione portata in adesione all’offerta e incorpora un premio pari all’11% rispetto alla chiusura del 22 aprile di Ivs in Borsa, pari al 6,9% rispetto al prezzo ufficiale del 19 aprile, nonché del 18,9% rispetto alla media aritmetica delle quotazioni degli ultimi sei mesi. Motivo per cui ieri il titolo in Piazza Affari si è sostanzialmente allineato al prezzo d’Opa, chiudendo la seduta a 7,14 euro con un balzo di oltre il 10 percento.
L’operazione prevede una serie di accordi firmati da E-Coffee Solutions (società controllata da Luigi Lavazza spa) e da Ivs Partecipazioni (azionista di maggioranza di Ivs Group), ma il veicolo con cui sarà lanciata l’offerta, è una newco a oggi interamente controllata da Ecs.
«La struttura dell’operazione nel caso in cui, a partire dal 2027, venissero esercitate le opzioni previste dagli accordi consentirebbe al gruppo Lavazza di rafforzare la propria capacità di misurarsi con gli altri grandi player del caffè a livello internazionale, grazie a una dimensione sempre più di rilievo, anche nel canale strategico del vending, strutturandosi per competere nel complesso scenario macroeconomico attuale», ha commentato Baravalle.
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