Per gli “addetti ai lavori” e gli assidui frequentatori di Bar, nel nostro Paese e fuori, il nome de La Marzocco è sinonimo di altissima qualità nel settore delle macchine da caffè. Ma ha un significato particolare anche per chi considera il sorseggiare questa bevanda, unica ma dalle mille sfumature, assaporandone gusto ed aroma, un vero e proprio rituale e, per estensione, un fatto culturale. Perché, come avviene per il vino, l’olio ed altri prodotti, esiste anche una "cultura del caffè". Se poi a tutto questo si accosta il concetto di ambassador del Made in Italy, il quadro è completo.
“In azienda diciamo sempre che se qualcosa si mangia, si beve, si guida o si indossa, è italiano – spiega Guido Bernardinelli, CEO de La Marzocco International, una storia importante nel settore e in azienda, dove è approdato nel 2002 come Direttore vendite prima e come Marketing Manager successivamente - quindi l’idea di raccontare l’Italia nel mondo, anche tramite l’esempio di una piccola-media azienda semiartigianale, che però ha fatto la storia di questo Paese, è un’opportunità unica, che non è data ad altri concorrenti”.
Quasi 100 anni di storia
Eccellenza della manifattura Made in Italy a livello mondiale, La Marzocco vanta quasi 100 anni di storia. Produce a Firenze macchine da caffè professionali e di alta gamma, anche per il segmento “home”. Fondata nel 1927 da Giuseppe Bambi e da suo fratello Bruno (con la denominazione originaria di Officine Fratelli Bambi), deve il suo nome attuale al leone araldico scolpito da Donatello nel Quattrocento, che sostiene con una zampa “Il Giglio”, lo stemma d’armi di Firenze. Acquisisce grande fama grazie ai suoi apparecchi di alta qualità, concepiti e fabbricati con estrema attenzione e cura per i dettagli. Fu questa azienda a progettare e brevettare nel 1939 la prima macchina da caffè a caldaia orizzontale, oggi uno standard nel settore; la prima di una serie di importanti innovazioni.
Tradizione, ricerca, qualità e affidabilità, i valori che contraddistinguono l’azienda, oggi brand “cult” all’estero, dove esporta il 97% dei propri prodotti (fra i mercati più importanti, Stati Uniti, UK, Australia e Cina). Il fatturato consolidato nel 2021 è stato di 222,7 milioni di dollari. I dati sul fatturato al 31 dicembre 2022 si attestavano sui 262,6 milioni di dollari, circa 7 milioni gli investimenti sulla produzione nel 2022.
Artigianalità “tecnologica”
“Oggi La Marzocco conta 800 dipendenti fra Italia ed estero. Nel 2002 – racconta Bernardinelli - quando ho iniziato, con il mio collega nonché attuale direttore commerciale Lorenzo Carboni (provenivamo entrambi da un’azienda concorrente) eravamo rispettivamente i dipendenti 13 e 14, compresi gli operai. Praticamente un’officina”. Un’officina che nel 2022 si è posizionata al secondo posto nella classifica stilata da Great Place to Work Italia come Best Workplaces for Blue Collar, dedicata alle aziende italiane considerate un’eccellenza, anche per la qualità dell’ambiente di lavoro: vuol dire che è la “seconda” fabbrica dove si lavora meglio in Italia. A Scarperia, non lontano da Firenze, è stata creata una vera e propria Smart Factory, basata sul concetto di artigiano 4.0, caratterizzata da un sistema di supporto digitale. Personale altamente specializzato supervisiona ogni fase di produzione di ogni singola macchina, prodotta a mano su ordinazione di ciascun cliente, associando a un lavoro di montaggio prevalentemente manuale la mappatura dei processi e l’ottimizzazione delle attività del ciclo produttivo.
“Si parte sempre dalla componente umana, dall’elemento artigianale, che è fra le caratteristiche principali di questa azienda, che si cerca di mantenere, fondendola con la tecnologia, da cui naturalmente non si può prescindere”, sottolinea il CEO de La Marzocco, che aggiunge: “siamo riusciti a mantenere un prodotto e un’attività estremamente sociale e analogica in un mondo sempre più digitale, sfruttando i vantaggi della digitalizzazione e dell’informatica ad appannaggio di un sistema come quello del Bar, che considero l’ultimo ‘baluardo’ della socializzazione”.
L’Accademia del Caffè
Si parlava di cultura del caffè: per promuoverla, La Marzocco ha dato vita all’Accademia del Caffè Espresso. Un investimento di circa 6 milioni di euro, per concentrare in un unico luogo, la vecchia sede de La Marzocco, dove tutto è cominciato, conoscenza, sapere, competenze sull’industria del caffè, e dove progettarne, attraverso valori condivisi, il futuro. Un luogo aperto e inclusivo, in cui vengano facilitati gli incontri, la condivisione e la crescita, professionale e personale, di chi ha interesse a far sì che la cultura del caffè continui a rappresentare una ricchezza a livello globale. Il tutto tramite visite, corsi, laboratori, degustazioni.
“Crediamo molto in questa Accademia - spiega Bernardinelli - che nasce in una sede stupenda, una struttura a vetrate che domina le colline fra Fiesole e Firenze, dove c’è tutta la nostra storia”. Tra le tante sezioni, anche una dedicata alla sostenibilità, al rapporto con le origini ed il viaggio del caffè, alla tostatura, senza contare la serra di caffè più grande d’Europa.
Sostenibilità, ricerca e progetti
A proposito di sostenibilità, sono tante le attività dell’azienda in questo senso, a cominciare dalla creazione di uno specifico reparto interno dedicato a questo tema, in espansione, con tanti progetti di ricerca aperti, a salvaguardia delle piantagioni e degli ambienti, anche sociali, circostanti. “Siamo alle battute finali per l’approvazione B Corp (certificazione internazionale che valuta l'impresa in base a benessere dei lavoratori, comunità, impatto ambientale, etc), siamo già Società Benefit, e saremo la prima azienda del settore ad ottenere questa certificazione” spiega Bernardinelli.
A conferma di questo impegno, il 35-40% dell’energia utilizzata per la produzione proviene già dal fotovoltaico; l’azienda sta inoltre partecipando ad un progetto di riforestazione di alcune zone dell’Appennino in prossimità delle sue strutture, controbilanciando parte dell’impatto di CO2 generato, così come avvenuto in Ecuador e in altri paesi dove opera. E ancora, strutture adibite a scuole per i figli delle raccoglitrici delle piantagioni in Tanzania, al confine con il Malawi (lavoro prettamente femminile in quelle aree), un progetto in collaborazione con Cisco e PNAT (Project Nature, società spin-off dell’Università di Firenze, coordinata dal prof Stefano Mancuso), per collegare le piante ad internet tramite speciali sensori coprodotti, che aiuteranno i coltivatori a capire se sono in sofferenza.
Le persone al centro
Un concetto di innovazione complessiva, quello de La Marzocco, che non sia finalizzata solo all’aumento di fatturato, ma anche alla crescita innovativa nei processi, nei prodotti, nella formazione delle persone, nell’essere un’azienda che si prende cura a 360 gradi dell’uomo e dell’ambiente, mettendo le persone al centro.
“Tempo fa – racconta Bernardinelli - un giornalista americano mi chiese che cosa rappresentasse per me La Marzocco, io gli risposi che per me è come una famiglia, di più: un Paese, inteso come nazione, l’Italia, dentro la quale nascono dinamiche che seguono una loro ‘armonia’, una realtà fatta di persone che stanno bene insieme e credono nello sviluppo del buon caffè nel mondo. Una visione forse un po’ utopica, ma di cui sono convinto”.
Un concetto che, unito a quello di qualità quasi maniacale, porta chi sceglie i prodotti de La Marzocco a sentirsi parte di una vera community.
Una componente emozionale che va al di là del costo (che ovviamente ha un peso non secondario), maggiore forse rispetto ad altri prodotti concorrenti, ma che porta il cliente a condividere questi valori, e a cercare di trasferirli e ritrovarli in una “semplice” tazzina di caffè.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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