Mediobanca, chi sono i soci e che cosa fa oggi

L’azionariato di Piazzetta Cuccia, il piano industriale e la performance in Borsa

Mediobanca, chi sono i soci e che cosa fa oggi

Mediobanca è fondamentalmente una public company con il 61% delle azioni in mano al mercato (fondi di investimento e risparmiatori) e la parte restante che fa capo a soci “di peso”. Gli azionisti rilevanti sono:

  • Delfin S.à r.l., della famiglia Del Vecchio, che detiene il 19,81% del capitale;
  • Gruppo Caltagirone, con una partecipazione del 7,76%;
  • Gruppo BlackRock, che possiede il 4,23% (di cui lo 0,69% come partecipazione potenziale e lo 0,13% come posizioni lunghe con regolamento in contanti);
  • Gruppo Mediolanum, con il 3,49%.

A questi si aggiunge un accordo di consultazione (di cui fa parte Mediolanum) che detiene l’11,4% del capitale e che, fondamentalmente, garantisce la stabilità del management guidato dall’amministratore delegato Alberto Nagel. L'accordo di consultazione è stato rinnovato fino al 31 dicembre 2027. Ma non è un più un’intesa vincolante come il vecchio patto di sindacato (non prevede obblighi di blocco né di voto) ma solo uno spazio di confronto tra gli azionisti che condividono la vision di Nagel.

Tra i partecipanti spiccano:

  • Finprog Italia (Gruppo Doris) con lo 0,73% del capitale sociale.
  • Fin.Priv (un veicolo che include Generali, Pirelli, Stellantis, Tim, Unipol e Italmobiliare) con l’1,72%;
  • Monge & C. con l’1,16%;
  • Gruppo Gavio con lo 0,82%.

A febbraio 2024, l'accordo di consultazione si è arricchito di nuovi protagonisti:

  • Valsabbia Investimenti, rappresentante delle famiglie Brunori, Cerqui e Oliva attive nel settore siderurgico, ha apportato 1,2 milioni di azioni (pari allo 0,14% del capitale).
  • Famiglia Tortora, proprietaria di Plt Holding (energie rinnovabili), ha acquistato 4 milioni di azioni (pari allo 0,47% del capitale) successivamente integrate nell'accordo.

Il Piano Industriale 2023-26

Il piano industriale di Mediobanca, presentato nel maggio di due anni fa, è un progetto di sostanziale continuità della linea gestionale di Nagel con un’innovazione rappresentata dalla scelta di porre sotto un unico brand, quello della casa madre (CheBanca! è diventata Mediobanca Premier). L’obiettivo prioritario del gruppo, con un aumento dei volumi (+4 miliardi), è l’espansione della distribuzione, cioè un focus sempre maggiore sul wealth management rispetto alla tradizionale attività del corporate banking. La strategia “conservativa” mira a un incremento della redditività (con un Rote in aumento dal 12 al 15%) e un Cet1 al 14,5% con la possibilità quindi di costituire buffer di capitale per finanziare un’eventuale crescita esterna.

Tra i principali obiettivi finanziari una crescita dei ricavi, attesi a 3,8 miliardi di euro (+6% annuo), un utile per azione previsto a 1,8 euro (+15%) e remunerazione degli azionisti pari a 3,7 miliardi di euro in tre

Le attività assicurative, grazie alla partecipazione in Assicurazioni Generali (13,1%), continueranno a offrire una fonte stabile e decorrelata di ricavi, contribuendo alla solidità e alla visibilità del gruppo.

Gli ottimi risultati 2023-24

L’anno fiscale 2023-24 (Mediobanca chiude l’esercizio al 30 giugno e non al 31 dicembre come la maggior parte delle società italiane) ha visto risultati record. Tra i principali dati:

  • Ricavi al massimo storico a 3,6 miliardi di euro (+9% rispetto all’anno precedente), trainati da un totale degli asset in gestione (TFA) pari a circa 100 miliardi di euro (+13%).
  • Margine di interesse in crescita del 10% a 1,985 miliardi di euro, commissioni in aumento dell’11% a 940 milioni e un contributo delle attività assicurative a 510 milioni.
  • Utile netto record di 1,273 miliardi di euro (+24%), con un utile per azione (EPS) di 1,53 euro (+27%).
  • Remunerazione per gli azionisti elevata: 1,1 miliardi di euro distribuiti (+50% rispetto al 2022-23), con un dividendo per azione in crescita del 26% a 1,07 euro e un programma di buyback per 385 milioni di euro previsto per il 2024-25.

Il difficoltoso primo trimestre 2024-25

Nel primo trimestre del 2024-25, Mediobanca ha riportato:

  • un utile netto di 330 milioni di euro, in calo del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo risultato, seppur superiore alle attese del mercato, riflette:
    • Una contrazione del margine d’interesse, dovuta ai tassi in calo.
    • Un minore contributo da parte delle Assicurazioni Generali, passato da 138,4 milioni a 105,4 milioni di euro.

Dal massimo dell’ultimo anno a 16,18 euro, registrato lo scorso ottobre, il titolo a ieri aveva perso il 7,2%. Ovviamente l’exploit odierno seguente al lancio dell’Ops del Monte dei Paschi cambia l’analisi, ma è chiaro che il mercato si attendesse un qualche segnale di accelerazione sul fronte della redditività o delle operazioni straordinarie, considerato che nello stesso periodo sia i bancari – come Intesa e Unicredit – che gli asset manager – come Banca Mediolanum, Fineco e Azimut – hanno registrato una crescita delle quotazioni.

Indipendentemente dall’esito dell’offerta lanciata oggi, a Mediobanca occorre comunque un “catalizzatore” perché, in un contesto di tassi in calo e di incertezze geopolitiche, proseguire su un percorso “conservatore” (dove i profitti e i dividendi provenienti da Generali continuano ad avere un peso rilevante) non è più sufficiente.

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