Quali sono le professioni più legate alla sostenibilità?

Una ricerca sulle professioni più sostenibili e necessarie all'attuale mondo del lavoro è stata condotta dal "Centro di ricerca per la comunicazione strategica (CECOMS)" dell’Università IULM, con risultati molto importanti per aziende e professionisti

Quali sono le professioni più legate alla sostenibilità?

Essere sostenibili non è più un modo di dire, ma una pratica da attuare in ogni ambito di business, perché rappresenta attualmente la colonna portante, una fonte di valore aggiunto e di vantaggio competitivo per ogni azienda. In questo contesto, il ruolo della comunicazione nella promozione della responsabilità sociale d’impresa, si sta rivelando di fondamentale importanza.

La ricerca dell'Università IULM

Il Centro di ricerca per la comunicazione strategica (CECOMS) dell’Università IULM ha condotto la ricerca Le Professioni della Sostenibilità: uno sguardo al mercato del lavoro, pubblicata da International Corporate Communication Hub, un osservatorio nato nel 2021 in collaborazione con l’Università IULM, sotto la presidenza di Stefano Lucchini, con l'obiettivo di mettere a confronto l’approccio accademico con quello manageriale, con l’ausilio di ricerche scientifiche, eventi, attività di divulgazione declinate in magazine trimestrali, newsletter periodiche e uscite media.

L'importanza della comunicazione strategica

Comunicare significa creare un ponte tra l'azienda e gli stakeholder, (un individuo, un gruppo o un’organizzazione che è direttamente coinvolto da quello che accade in azienda e che ha un ruolo attivo nel concorrere al successo di un’impresa, ndr) e che non solo contribuisce a definire e diffondere i principi e gli obiettivi di sostenibilità di un’organizzazione, ma influenza anche in modo significativo la percezione che il pubblico ha dell’azienda.

L'indagine

Presentata martedì 12 marzo nella Torre Generali a Milano, la ricerca ha messo in evidenza i profili professionali legati alla sostenibilità maggiormente ricercati dalle aziende, come il manager ambientale, CSR manager, reporting, specialisti di vendita nel settore delle tecnologie sostenibili e consulenti. Per quanto riguarda invece la comunicazione nel campo della sostenibilità, quelli più richiesti sono i comunicatori verso gli stakeholder, gli esperti ESG, i pianificatori strategici, gli analisti e gli esperti di reportistica.

I risultati

Fondamentali sono stati i risultati emersi, che non soltanto offrono un quadro dettagliato delle competenze più richieste, ma rappresenteranno anche una risorsa fondamentale per la formulazione di strategie formative mirate. Inoltre, forniranno una base solida per la definizione di linee guida per la gestione delle risorse umane all’interno delle organizzazioni aziendali. Queste saranno fondamentali per la creazione di programmi di sviluppo delle competenze che rispondano alle esigenze emergenti del mercato del lavoro legate alla sostenibilità.

Le parole del segretario generale

Davanti a un'importante platea – che ha visto la presenza di figure di alto livello nel tavolo di dibattito con manager del mondo della comunicazione e opinion leader tra cui Simone Bemporad, Generali Group Chief Communications and Public Affairs Officer, Patrizia Rutigliano, ESG and Corporate Affairs Strategist, Poste Italiane and Acea Independent Board member, Veronica Pamio, Vice President External Relations & Sustainability Aeroporti di Roma, Luca Torchia, Chief Communication Officer Gruppo Ferrovie dello Stato Italiano, Raoul Romoli Venturi, Corporate Communication Director Ferrero Italia e Gloria Zavatta, Membro del CdA Amat e Presidente Fondazione CESVI – molto apprezzate sono state le parole di Pierangelo Fabiano, Segretario Generale ICCH:

Primo evento del terzo anno di attività dell’International Corporate Communication Hub e siamo felici di iniziare con una tematica ormai diventata un asset fondamentale per tutte le aziende: la sostenibilità. La ricerca mette in luce quanto le aziende siano sempre più interessate ad aggiungere al proprio core business nuove professioni legate alla sostenibilità e quelle impegnate nella comunicazione della sostenibilità. Due dimensioni che oggi si intrecciano e si completano e non si possono scindere tra loro”.

A lui hanno fatto seguito quelle di di Simone Bemporad, Generali Group Chief Communications and Public Affairs Officer: “Quando parliamo di sostenibilità le metriche sono quelle ESG, environmental, social e governance: su questo, le società sono chiamate ad agire. Oggi le professioni della sostenibilità sono tutti i lavori. Anche quelle persone, il cui ruolo non era orientato alla sostenibilità, devono trasformarsi in manager, impiegati e funzionari della sostenibilità. Il grande cambiamento da attuare è quello, prima di definire un servizio o un prodotto, di domandarci: come andiamo a valutare il suo impatto sulla sfera E, quella S e poi G?”.

Patrizia Rutigliano, ESG and Corporate Affairs Strategist, Poste Italiane and Acea Independent Board member, ha concluso sottolineando il lato economico, estremamente importante nel periodo che stiamo vivendo: “La sostenibilità nasce anni fa pensando di lavorare sulla linea dei costi, adesso è diventata generazione di ricavi. È una trasformazione avvenuta in 20 anni, duranti i quali ci sono state importanti evoluzioni normative a livello globale: dal Green Deal all’Inflaction Reduction Act. Ora abbiamo una grandissima opportunità: la vera trasformazione manageriale ci sarà in quello che viene chiamato energy transition and digital decade.

In fin dei conti, per riuscire ad avere una reportistica compliant con tutto quello che ci viene richiesto, dobbiamo cambiare completamente il nostro modo di lavorare. Questa, credo, sia la più grande rivoluzione che probabilmente affronteremo in questi anni”.

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