E ora tocca alla Maserati di Modena: sono 173 le uscite incentivate, di cui 130 tra ingegneri e progettisti. La Fiom-Cgil, che a differenza degli altri sindacati metalmeccanici non ha firmato l’accordo con Stellantis, rimarca come «questo su Modena potrebbe determinare la fine del progetto di ricerca e sviluppo che solo qualche anno fa aveva trovato collocazione nell’“Innovation Lab” di via Emilia Ovest», confermando così l’anticipazione del Giornale. «Oltre ad avere ripercussioni negative - aggiunge la nota - sulle capacità produttive dello stabilimento modenese di viale Ciro Menotti, e quindi della sua piena ripresa produttiva, e per le ovvie ripercussioni sull’indotto». A questo punto, salgono in pochi giorni a oltre 3.700 le uscite incentivate di lavoratori dalle fabbriche italiane dal gruppo guidato dall’ad Carlos Tavares.
E sempre la Fiom-Cgil si pone una domanda sul futuro di Modena: «Sullo stabilimento Maserati c’è la riconferma degli investimenti previsti nell’Atelier, l’area di personalizzazione delle vetture; ma quali auto vernicerà, considerato che stanno dismettendo tutte le nuove produzioni in Italia?».
La situazione resta molto critica, visto anche che gli addetti di Modena al montaggio della supercar MC20 lavorano solo per 15 giorni ogni due mesi.
A Torino, intanto, meeting ieri tra concessionari, oltre 200 dipendenti e gli ad dei
marchi di Stellantis.Nell’occasione sono stati mostrati 36 nuovi modelli o prototipi che saranno lanciati in Italia e nel mondo. Tra i 15 in arrivo nel 2024, solo la Fiat Pandina nasce nella Penisola, a Pomigliano d’Arco.
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