Stellantis, tutti gli impianti italiani in perdita. Produzione -31%. Il gruppo: "Visione parziale"

I sindacati lanciano l'allarme in merito alla produzione Stellantis negli impianti italiani

Stellantis, tutti gli impianti italiani in perdita. Produzione -31%. Il gruppo: "Visione parziale"
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È «profondo rosso», come viene descritto dal sindacato Fim-Cisl, per il sistema produttivo di Stellantis in Italia. Per la prima volta tutti gli impianti, chi più chi meno, presentano un calo della produzione. Primi nove mesi del 2024 molto pesanti, dunque: -40,7% le auto sfornate e -10,2% i furgoni. Ne deriva una riduzione complessiva del 31,7%. Il punto sulle fabbriche: -75,8% Maserati Modena, -68,4% Mirafiori Torino, -61,9% Melfi, -47,6% Cassino, -5,5% Pomigliano d'Arco, -10,2% Atessa con i veicoli commerciali. Avanti così (237.700 vetture uscite dai siti e 149.900 furgoni) la chiusura d'anno vedrà la produzione italiana di Stellantis sotto quota 500mila, di cui meno di 300mila auto. Tutti dati snocciolati da Ferdinando Uliano (in foto), segretario generale Fim-Cisl, nel consueto punto trimestrale. «Crollo dei volumi sui mercati, transizione verso elettrico e digitale: una tempesta perfetta che colpisce in maniera significativa l'Europa e il suo tessuto industriale più rilevante», commenta il leader sindacale. «A questo punto - aggiunge - occorre utilizzare le risorse per la reindustrializzazione, indispensabili per evitare l'impatto negativo su oltre 75mila lavoratori nel comparto auto a causa del cambio delle motorizzazioni. Servono nuovi ammortizzatori sociali visto che in molti impianti di Stellantis e dell'indotto sono in esaurimento. Il rischio di licenziamento potrebbe investire circa 25mila addetti». Il caso Volkswagen, con 15mila dipendenti in bilico, docet.

Guardando Torino (Mirafiori e, fino a quando ha funzionato, Grugliasco) tra gennaio e settembre del 2017 erano uscite dai due siti 41mila modelli Maserati. Il conteggio attuale: 2.030 unità, un'inezia. Anche Pomigliano e Atessa, sino a poco tempo fa, unici stabilimenti con il segno «più», hanno invertito la tendenza. Uliano, a questo punto, sollecita il coinvolgimento diretto di Palazzo Chigi e dell'ad Carlos Tavares, che l'11 ottobre parteciperà all'audizione in Commissione attività produttive della Camera. Iniziativa, quest'ultima, che Rocco Palombella (Uilm), definisce «passerella in Parlamento inutile», insistendo invece sul coinvolgimento diretto del premier Giorgia Meloni e dell'ad di Stellantis.

Il gruppo, intanto, nel commentare i dati presentati da Fim-Cisl, parla di «visione parziale» e sostiene che è

utile ricordare, nella transizione all'elettrico, «elementi di competitività, quali il costo dell'energia, il costo del lavoro e la produttività». Da qui la necessità di «un ragionamento di politica industriale più maturo».

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