Le badanti facevano da basiste: banda sgominata

Le donne segnalavano le case da svaligiare: 57 persone in manette

Le badanti facevano da basiste: banda sgominata

Scelte con cura, selezionate meticolosamente per accudire anziani della «Roma bene». Famiglie dei Parioli, Prati, Pinciano e Talenti sono state beffate dalle badanti che assumevano con attenzione, ignore di accogliere in casa propria basiste collegate a un'organizzazione criminale con tentacoli in Italia, Grecia, Spagna, Germania, Francia, Austria, Russia, Georgia e Moldavia. Le donne (quattordici fino a oggi le indagate, ndr) avevano il compito di individuare appartamenti di lusso da far ripulire ai loro complici, prevalentemente georgiani, responsabili di aver messo a segno colpi anche a Reggio Emilia, Siena e Cagliari. I carabinieri del Comando provinciale della capitale hanno fatto scattare le manette ai polsi di 57 persone di origine est-europea.

Le indagini sono iniziate nel 2011 dopo l'operazione Caucaso, che aveva consentito di arrestare i promotori della prima cellula emergente sul territorio romano e si sono sviluppate con la cooperazione dell'Europol. I militari hanno scoperto che una fitta rete di badanti, mogli o parenti dei criminali, forniva loro informazioni sulle case da svuotare. Questi, a loro volta, entravano in azione utilizzando la tecnica del key-bumping, una chiave speciale per forzare le serrature blindate senza lasciare segni di effrazione. L'organizzazione denominata «Thieves in law» (Ladri nella legge) aveva una struttura gerarchica e sotto la «cupola», c'erano gli esecutori materiali, cinque per cellula, ognuno dei quali doveva attenersi a un rigido codice di comportamento. Chi non lo rispettava incorreva in punizioni e i proventi illeciti confluivano in un'apposita cassa comune denominata «obshak». È stato calcolato che solo dalla Capitale entrassero mensilmente diverse centinaia di milioni di euro.

E non a caso, perché secondo il generale Salvatore Longo del comando provinciale la banda sarebbe responsabile del 60 per cento dei furti a Roma negli ultimi tempi. Parte della refurtiva è stata recuperata, ma il resto è stato rivenduto e spedito in Georgia, attraverso una rete illegale di corrieri.

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