Bagnasco ai fedeli: «Grazie della solidarietà»

L’«angelo custode» dell’arcivescovo è un signore in giacca e cravatta. Un agente in borghese, che ieri ha accompagnato Angelo Bagnasco nelle visite ufficiali all’Istituto Don Bosco di Sampierdarena prima, e all’ospedale Gaslini poi. Sono state le prime uscite del presidente della Cei da quando la prefettura ha deciso di metterlo «sotto protezione» dopo la scritta «Bagnasco Vergogna» comparsa sul portone del Duomo. Una protezione discreta, che ieri non ha impedito all’arcivescovo di scambiare saluti e strette di mano calorose con i fedeli, fedeli che Bagnasco ha ringraziato per la solidarietà ricevuta in questi giorni. Da oggi, intanto, entrano nel vivo le celebrazioni per la Pasqua. L’arcivescovo presiederà le più importanti funzioni in cattedrale, per l’occasione più «blindata» del solito.
Tra i prof a Sampierdarena
L’auto blu entra alle 9 dal portone. Angelo Bagnasco scende insieme a don Stefano, suo segretario, e a un signore in giacca scura e cravatta. È l’agente che lo accompagnerà durante le uscite pubbliche, una misura decisa per proteggere il religioso dopo le polemiche scoppiate nei giorni scorsi sui Dico. «Tutta qui la scorta?» scherza qualche docente in cortile. Pochi minuti dopo Bagnasco è nella saletta gremita di professori, è il momento più atteso della giornata di meditazione voluta dal direttore dell’istituto, don Sergio Nuccitelli, in occasione della Pasqua. «Desidero esprimere a nome di tutti la solidarietà al nostro arcivescovo per quanto successo in questi giorni» dice don Sergio. «Vi ringrazio per queste parole» risponde l’arcivescovo, dopo aver sorriso e fatto segno con l’indice di star zitto a un amico sacerdote che, dalla prima fila, lo invocava come «futuro cardinale». Ai docenti, Bagnasco parla di Adamo citando la Genesi (l’invito è a chiedersi «a che punto siamo» nella nostra vita in rapporto a Dio), poi, citando il Vangelo, racconta ai professori, in gran parte giovani, che cosa significa farsi discepolo di Gesù. «Tutti abbiamo delle croci grandi o piccole da portare, croci che non vanno trascinate, covando rancore e odio dentro di noi, ma innalzate verso il cielo». L’applauso dei docenti chiude la «lezione» dell’arcivescovo che ricambia stringendo mani e scambiando impressioni. «Sui Dico non ha detto nulla di strano - racconta don Sergio quando l’auto blu ha appena lasciato l’istituto-. La Chiesa ha il dovere di dare ai credenti un indirizzo, chi non è credente può non ascoltarlo, ma per i fedeli è una cosa importante. C’è stata tanta tensione perché le parole dell’arcivescovo sono state mal riportate. Come l’ho visto? Come lo hanno visto tutti, sereno. Per noi è stata una gioia averlo qui».
Il pensiero ai piccoli ricoverati
Due ore dopo Bagnasco arriva al Gaslini. Medici, infermieri e dipendenti dell’ospedale aspettano l’arcivescovo per la messa di Pasqua, insieme alle suore e al parroco, padre Aldo Campone, fermi sulla porta della cappella. Stavolta ci sono anche telecamere e fotografi, un’auto dei carabinieri è posteggiata dietro la chiesa, ma il clima è sereno. «Sono lieto di essere qui, in un luogo tanto caro a me e alla città» dice Bagnasco dall’altare, sempre sotto lo sguardo dell’agente in borghese. L’arcivescovo torna sul tema della croce («che non è fine a se stessa, ma è premessa per una vita sempre gloriosa che verrà dopo la morte») e dedica un pensiero ai dipendenti dell'ospedale: «Siate segno della maternità e paternità di Dio, che ci ama come un papà e una mamma. I bambini che sono qui ne hanno bisogno». E loro, i poccoli del Gaslini, alla fine della messa gli portano un dono, un uovo colorato. Fuori dalla chiesa, Bagnasco si ferma a lungo a salutare medici, suore, infermieri e le famiglie dei malati. Dà un bacio al piccolo che gli viene passato dai genitori, avvolto in tutina gialla. Poi di corsa alla macchina, «tutto bene» dice alla cronista che gli chiede come stava vivendo il primo giorno con la scorta.
La visita di Padoa-Schioppa
Nel pomeriggio, in Curia è salito Tommaso Padoa-Schioppa, ministro dell’Economia, in visita a Genova. Quella di Padoa-Schioppa era una visita programmata da tempo. Il ministro è rimasto una quarantina di minuti a colloquio con l’arcivescovo. È da ricordare che il presidente della Cei è la controparte politica per tutto quello che riguarda i finanziamenti e gli anticipi garantiti dallo Stato italiano tramite la formula del cosiddetto 8 per mille alla Chiesa cattolica. Nelle stesse ore, dalla procura arrivava la notizia che è stato aperto un fascicolo contro ignoti per la scritta lasciata domenica notte sul Duomo. Il reato ipotizzato è di imbrattamento di cose altrui. Del fascicolo si occupa il pm Anna Canepa.
Da oggi in Duomo
«La cattedrale di San Lorenzo era ed è un obiettivo sensibile e per questo abbiamo deciso di monitorare la situazione anche per le festività pasquali». Con queste parole il prefetto Giuseppe Romano ha preannunciato, al termine del vertice di lunedì con polizia, carabinieri e guardia di finanza, che in Duomo l’attenzione sarà massima. Si vogliono evitare azioni dimostrative o contestazioni all’arcivescovo. Bagnasco stamattina alle 9.30 presiederà la messa crismale con i sacerdoti dell’arcidiocesi e tornerà in Duomo alle 17.30 per messa «in Coena Domini». Doppio è anche l’appuntamento di domani: alle 9 le Lodi mattutine, alle 17.30 la celebrazione della Liturgia della passione e morte del Signore. Sabato alle 9, l’arcivescovo tornerà in cattedrale per le Letture e le Lodi mattutine, dalle 21 presiederà la veglia di Pasqua con il battesimo degli adulti.

Nel giorno di Pasqua, Bagnasco celebrerà alle 8.30 la messa nei locali dell'Anfass in via Parini, alle 10.30 sarà in Duomo per la messa pontificale. Sempre in cattedrale, ma alle 17, presiederà la celebrazione dei secondi Vespri.

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