Roma - Il presidente dei vescovi italiani, cardinale Angelo Bagnasco, ha un "sogno": quello di veder nascere in Italia una nuova generazione di politici cattolici. Lo ha detto lui stesso aprendo stasera a Roma i lavori del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana. Parlando di politica aggiunge che le riforme sono un "obiettivo urgente", "colpevolmente sempre rinviato" ed è invece dovere della politica mettervi mano. Per questo - ha affermato - occorre "mettere da parte calcoli individuali", come "molto opportunamente" ha raccomandato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alle classi "politica, amministrativa, giudiziaria".
Disarmo in politica Il confronto pubblico, nonostante gli appelli al disarmo è ancora troppo acceso, secondo i vescovi, che giudicano "insopportabile concentrarsi unicamente sulla denigrazione reciproca, arrivando talora a denigrare il Paese intero pur di far dispetto alla controparte" ha detto ancora il presidente della Cei. "Anche i media, che devono corrispondere ai compiti di informazione e di controllo che sono loro propri in una società evoluta - ha detto Bagnasco - non devono cadere nel sistematico disfattismo o nell’autolesionismo di maniera. Il giornalismo del risentimento che si basa, più che sulle notizie, sui conflitti veri o immaginati, finisce per nuocere anche alla causa per cui si sente mobilitato". Serve allora - esorta il porporato - uno scatto di umiltà e di orgoglio allo stesso tempo. "Il Paese ha bisogno di uscire dalle proprie pigrizie mentali, dai pregiudizi ammantati di superiorità, per essere meglio consapevole delle risorse e delle qualità di cui dispone, per dare una giusta considerazione ai successi conseguiti ad esempio sul fronte della lotta alla criminalità, o dell’eccellenza tecnologica, o della ricerca medico-scientifica, o della bio-alimentazione, o dell’industria creativa. Occorre essere fieri - ha aggiunto - del proprio buon nome, della propria fatica, dell’impegno speso senza vanità e che, quando c’è, non può essere annullato da nessuno".
Immigrati "Niente può farci dimenticare questa verità: l’immigrato è uno di noi. Noi italiani siamo stati a nostra volta immigrati, e prima di noi lo è stato Gesù": ha detto Bagnasco dedicando un intero capitolo della sua relazione ai fatti di Rosarno, affermando che la vicenda "non può ipotecare con un colpo solo l’immagine di un intero territorio che proprio ora deve invece trovare la forza per uscire dall’emergenza", ma deve tuttavia far riflettere sulle cause che l’hanno provocata. Tra queste, il porporato ha indicato "la condizione del tutto critica in cui abitualmente vive una parte degli immigrati presenti nel nostro Paese, uno standard non accettabile", ha detto Bagnasco, aggiungendo: "Così non si può, così non è umano".
Sgravi fiscali alle famiglie Alle famiglie, soprattutto quelle con figli, vanno riconosciuti sgravi fiscali che consentano loro non solo di affrontare la crisi, ma di essere protagoniste della ripresa economica. Lo ha chiesto Bagnasco. "Tutti - ha affermato - dobbiamo sentirci ingaggiati a fare in modo che il volano dell’economia acceleri prima possibile, e nello stesso tempo ci pare doveroso incoraggiare il ricentramento della politica, anche quella fiscale, sul perno delle famiglie, in particolare quelle con figli, perché da elemento di risulta, che attenua i contraccolpi negativi, diventino soggetto propulsivo di sviluppo".
Testamento biologico I registri del testamento biologico istituiti in questi giorni da diversi Comuni italiani, raccolgono le "riserve" della Conferenza episcopale, che li definisce "una fuga irresponsabile in avanti. Non possiamo non avanzare riserve sulla discutibile iniziativa dei registri che si vanno qua e là aprendo - ha detto il presidente - e che, oltre a rappresentare una fuga irresponsabile in avanti, tendono a precostituire degli esiti al ribasso circa la legge in allestimento, sulla quale invece le forze politiche sono chiamate a dar prova della massima saggezza".
Ru486 Parlamento, ministero della Salute e Regioni sono stati invitati dalla Cei a "circoscrivere quanto è più possibile" la diffusione della pillola RU 486, nonostante il via libera dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco).
Bagnasco ha individuato due "fronti in movimento" sul piano istituzionale nel settore della bioetica: quello del testamento biologico e quello della Ru486 che, secondo la Chiesa italiana, "rischia di introdurre una prassi di banalizzazione ulteriore nella tutela della vita umana. Per questo auspichiamo che i pubblici poteri, ciascuno al proprio livello - ha detto Bagnasco - operino alacremente per circoscrivere quanto è più possibile tale rischio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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