«Banca Lombarda pronta a partecipare al risiko»

Più parabancario e attenzione alle piccole imprese. Si rafforza l’asse con Cattolica

Massimo Restelli

da Milano

Un gruppo articolato con una forte presenza nel parabancario. L’amministratore delegato Corrado Faissola disegna l’identikit di Banca Lombarda nel 2008, quando terminerà il piano triennale e il gruppo avrà raggiunto 390 milioni di utile netto a fronte di un Roe pre-tasse del 24%. La banca prevede una crescita degli impieghi di oltre il 31%, depositi della clientela in salita del 21% e una raccolta indiretta che dovrebbe superare i 45 miliardi. «Obiettivi ambiziosi ma raggiungibili» assicura Faissola con quell’understatement proprio del grande banchiere vecchio stampo capace di ascoltare le necessità della rete «facendo squadra» con il corpo sociale (il patto di sindacato include oltre 200 azionisti) e gli altri top manager. Banca Lombarda ha chiuso il 2005, i conti sono stati approvati ieri dal Cda, con utili netti in salita del 19,6% a 239 milioni, impieghi migliorati del 6,5%, costi operativi in calo e un Roe al 12 per cento.
Come sarà Banca Lombarda nel 2008?
«Sarà un gruppo articolato dove la componente bancaria sarà integrata dal parabancario, come leasing, factoring, credito al consumo e bancassicurazione. Aree che a fine piano dovrebbero aumentare i profitti di oltre il 50% anche grazie al contributo di Lombarda Private Investment, già in pareggio. Vogliamo inoltre affermarci tra le piccole imprese e fare leva sugli oltre 700mila conti correnti dei privati».
Parteciperete al risiko?
«Il 2005 è stato un anno positivo: inclusi i 350 milioni di aumento di capitale, il gruppo non ha mai avuto una situazione di così grande tranquillità rispetto ai ratio. Siamo interessati a valutare ogni opportunità anche se allo stato non sono numerose. La maggior parte delle realtà a noi paragonabili sono Popolari o sono controllate da holding a voto capitario. Quindi puntiamo sullo sviluppo per linee interne».
E un’integrazione con un gruppo assicurativo?
«Al momento no. La direzione è quella degli accordi; Lombarda Vita, jv con Cattolica, dà ottimi risultati e a breve allargheremo l’intesa al ramo danni».
E se Cattolica e Bpvn si fondessero come rilanciato di recente dal Sole 24 Ore?
«Sono molto contento della situazione attuale, che vede Cattolica Assicurazioni socio importante di Banca Lombarda».
Dove si concentrerà lo sviluppo territoriale?
«Abbiamo una presenza capillare al Nord mentre al Centro, perno della crescita sarà Banca Lombarda Private che aprirà nuovi sportelli».
E il ventilato riassetto del risparmio gestito tra Capitalgest e Grifogest?
«Rientra nel piano industriale. Stiamo approfondendo la questione, in mancanza di problemi lo faremo».
In caso di un’integrazione Intesa-Capitalia sareste pronti a investire per non diluire l’attuale quota del 2,6 per cento?
«È troppo presto per dirlo. Sicuramente Intesa è un ottimo asset. Sia personalmente sia come gruppo siamo perfettamente in linea con Giovanni Bazoli che ha subordinato qualsiasi operazione a un approccio amichevole».
Il supposto interesse dell’Agricole per Banca Lombarda?
«Vivo queste voci con serenità perché ho idee molto chiare su quali sono gli interessi dei miei azionisti. Qualora si dovessero presentare opportunità diverse il management ne discuterà con i soci nell’esclusivo interesse di questi ultimi».


Accetterebbe la guida dell’Abi?
«I saggi stanno facendo il proprio lavoro. Laddove si presentasse l’eventualità la valuterò con tutto il vertice di Banca Lombarda che è la mia casa e continuerà a essere il mio principale impegno».

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