Nexi e Numia già ai ferri corti nella partita per le card di Banco Bpm

Dipendenti in apprensione per i ritardi nel passaggio del testimone. L'appello dei sindacati dell'istituto

Nexi e Numia già ai ferri corti nella partita per le card di Banco Bpm
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Con il venir meno del patto di non concorrenza tra Nexi e Banco Bpm, scaduto all'inizio di settembre, è entrata nel vivo la competizione con Numia, il nuovo provider dei servizi di pagamento prima denominato Istituto di Moneta Elettronica (Imel) e prima ancora Bcc Pay spa. Nei giorni scorsi, a margine della presentazione della sponsorizzazione della femminile Vero Volley, l'amministratore delegato Fabio Pugini (foto) ha annunciato ambiziosi piani per riuscire entro il 2027 a raddoppiare il numero di carte e transazioni gestite (attualmente gestisce 4 milioni di carte e 200mila Pos). A quanto pare però, stando a una nota dei sindacati First, Fisac e Uilca del Banco Bpm l'avvio non sembra dei più semplici e sarebbero proprio i lavoratori dell'istituto i più interessati ad evitare lo scontro sui pagamenti con Nexi. «Quanto sta accadendo in questi giorni riguardo all'operazione che vede il trasferimento dei Pos prima appoggiati su Nexi (guidata da Paolo Bertoluzzo, ndr) e che ora, in seguito alla cessione prevista, dovranno essere presi in carico da Numia», si legge nella nota diffusa a metà della scorsa settimana, «è diventata una manovra volta probabilmente a mascherare lacune organizzative». In breve, si sarebbe aspettato troppo per arrivare a un closing che permettesse a Numia di essere ai nastri di partenza pronta per affrontare la competizione con Nexi, che resta il principale operatore nazionale, ma con la scadenza del patto di non concorrenza il nuovo gruppo di Pugini dovrà premere sull'acceleratore per evitare il travaso dei clienti in Nexi. Una spinta che preoccupa i sindacati secondo i quali «tutto questo in una fase iniziale doveva essere concretizzato in 2 mesi divenuti poi 2 settimane». Fatale una certa confusione con clienti contattati malamente e gestori che non riescono ad inserire la variazione delle condizioni quando dall'altra parte la concorrenza molto aggressiva le azzera.

Una pressione che ha convinto i sindacati a lanciare un chiaro invito a tutti i lavoratori coinvolti nell'operazione a prestare massima attenzione e ad operare rispettando pedissequamente la normativa. «Nessun perseguimento di un risultato commerciale a tutti i costi - dicono - può essere motivo per non operare nel pieno rispetto della stessa». E siamo solo all'inizio.

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