Banditi assaltano la banca ex direttore spara: un morto

Il settantenne era stato responsabile della filiale svaligiata. Ha scagliato una fiorera contro la vettura dei malviventi, poi ha preso il fucile e ha ucciso un rapinatore

Daniele Casale

da Nuoro

Un passato da direttore di banca, molte rapine subite. Il ricordo, la paura provata, forse, hanno spinto un ex bancario ormai in pensione ad affrontare i banditi che, ieri, hanno assalito la filiale del Banco di Sardegna di Ilbono, un paesino dell’Ogliastra, in provincia di Nuoro. L’ufficio si trova proprio nel palazzo di cui l’uomo è proprietario ed è la stessa agenzia di cui lui, in precedenza, era stato direttore. Così Franco Ibba, 71 anni, dal balcone del suo appartamento, proprio sopra la banca, prima ha cercato di fermare i malviventi tirando loro addosso una fioriera, poi ha sparato due colpi di fucile. Le pallottole hanno centrato uno dei tre banditi, che ha perso la vita. Gianluigi Mameli, 33 anni del posto, è crollato per terra, esanime, mentre gli altri due complici sono riusciti a fuggire dileguandosi per le vie del paese.
L’ultima, nuova rapina da Far West è accaduta intorno alle 13, poco prima della chiusura. I tre hanno utilizzato la loro automobile come un ariete, per sfondare la porta blindata dell’istituto di credito: una tecnica ormai consolidata in Ogliastra (il primo colpo del genere risale al settembre scorso e avvenne nel vicino centro di Tertenia), anche se ormai gli insuccessi superano i colpi messi a segno.
Nel baule della vecchia Fiat Uno è stato sistemato un grosso palo di ferro sporgente. In retromarcia e a tutta velocità, il conducente dopo una breve rincorsa ha sfondato una parte della vetrata blindata della filiale, che tra l'altro si trova in una via centrale del paese. I tre, tutti a volto coperto e armati di fucili, sono arrivati subito agli sportelli e hanno intimato agli impiegati di farsi consegnare l'incasso della giornata. Pochi minuti in tutto e poi si sono diretti verso l'uscita. Una volta risaliti a bordo della Uno però, qualcosa non è andato secondo i piani. Ibba, l’ex direttore, aveva sentito tutto: l’urto, il trambusto e si è affacciato al balcone, senza timore, senza pensarci due volte. I malviventi, però, lo avrebbero minacciato con la pistola, intimandogli di non guardare, pena la morte. Ma Ibba non si è lasciato intimorire: non si è rassegnato al fatto che i tre potessero fuggire, tranquillamente, con il loro bottino e ha cercato di fermare i malviventi, scagliando una pesante fioriera contro la loro automobile.
Poi l’uomo è rientrato in casa e ha afferrato il suo fucile da caccia. Temeva, forse, di essere aggredito dai rapinatori: così ha sparato due colpi. Uno, letale, ha ucciso Gianluigi Mameli. All'inizio gli inquirenti avevano pensato che a sparare fosse stato per sbaglio un complice, ma poi alcuni testimoni hanno rivelato ai militari che cosa era successo. Dopo una serie di verifiche da parte anche del Ris, i carabinieri della Compagnia di Lanusei sono risaliti all’ex direttore del Banco di Sardegna. Accompagnato in caserma, ha spiegato di aver di sentito un colpo sordo e di essersi affacciato vedendo i banditi armati assaltare la banca. Poi, dopo le minacce subite, temendo di poter esser preso a pistolettate, ha spiegato di aver esploso istintivamente i due colpi.
Nel tardo pomeriggio, dopo un lungo interrogatorio, per Ibba sono scattate le manette per omicidio volontario: lui ha spiegato di essersi solamente difeso, anche se da una prima analisi non risulta che Mameli gli abbia sparato. L'ex direttore ha poi fatto presente ai militari che durante la lunga carriera era stato vittima, lui stesso, di numerose rapine. In ogni caso, l’ex bancario potrebbe godere degli arresti domiciliari: nelle prossime ore si attendono nuovi sviluppi sulla vicenda che ha sconvolto il paese. Rimangono infatti in libertà gli altri due malviventi, che potrebbero essersi nascosti non lontano.


I due complici, infatti, hanno abbandonato l’auto utilizzata per la rapina, ormai danneggiata dalla fioriera, e sono poi fuggiti a piedi. I carabinieri sono convinti che anche loro siano del paese. Il bottino della loro tragica rapina è esiguo: soltanto 700 euro. Quando i tre hanno fatto irruzione, era l’unico contante disponibile in cassa.

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