Bangkok - I
manifestanti anti-governativi si ritirano: erano stati circondati dalle forze di sicurezza thailandesi vicino alla sede del governo
a Bangkok, dove erano rimasti accampati.
In precedenza un leader delle "camicie rosse"
aveva annunciato la decisione dei manifestanti di disperdersi e
abbandonare l’area che avevano occupato.
Mandati di arresto per i 14 capi della rivolta autorità giudiziarie
tailandesi hanno spiccato 14 mandati d’arresto contro i leader delle "camicie rosse", il movimento antigovernativo protagonista di duri
scontri con l’esercito a Bangkok negli ultimi due giorni, tra cui
anche l’ex premier Thaksin Shinawatra.
Due morti e più di 100 feriti E' salito ad almeno due morti e 101 feriti il bilancio
dei violenti scontri in corso da questa mattina a Bangkok fra i
manifestanti antigovernativi e l’esercito che usa gas lacrimogeni e
cannoni ad acqua e che in alcuni casi ha sparato in aria per
respingere gli attacchi delle "camicie rosse" con bombe molotov e
sassaiole.
Sparatoria con le camicie rosse Le due vittime tuttavia sono morte in una sparatoria avvenuta in
un quartiere di Bangkok dove un gruppo di residenti si è scontrato
con un centinaio di "camicie rosse", che hanno aperto il fuoco
contro i residenti uccidendone due e ferendone almeno cinque.
Il premier tailandese Abhisit Vejjajiva ha tuttavia annunciato che la
missione delle forze dell’ordine per ristabilire la sicurezza nella
capitale "è pressoché completata": "La maggior parte dei disordini
è stata sedata, ad eccezione della manifestazione attorno alla sede
del governo, che continua nella sua politica moderata e negoziale
per evitare la perdita di vite umane. Chiedo alle autorità di
continuare a dimostrare fermezza", ha continuato Abhisit, che le
immagini mostravano con a fianco i vertici militari.
In fiamme un ministero e 7 bus Un edificio del ministero dell’Istruzione e sette autobus sono stati
incendiati in prossimità della sede del governo tailandese, luogo del
principale raduno dei manifestanti che fino a poco fa era stato
risparmiato dalle violenze.
Gli scontri, il cui bilancio resta provvisorio, sono scoppiati all’alba
nei pressi dell’incrocio Din Daeng occupato dai manifestanti che dei
militari hanno tentato di far sgomberare; degli oltre cento feriti, la
maggior parte sono manifestanti.
"Qualsiasi mezzo per ristabilire l'ordine" L’esercito tailandese utilizzerà "qualsiasi mezzo per ristabilire
l’ordine", aveva avvertito il suo comandante in capo, il generale
Songkitti Jaggabatara, in un intervento in diretta alla televisione. Il
Primo ministro Abhisit aveva decretato ieri lo stato d’emergenza a
Bangkok per far fronte alle manifestazioni delle "camicie rosse" -
sostenitori dell’ex Primo ministro in esilio Thaksin Shinawatra - che
da settimane reclamano a gran voce le sue dimissioni e elezioni
anticipate.
Contrariamente a quello che aveva fatto nel corso delle
manifestazioni degli oppositori filo-monarchici che a fine 2008
avevano preso di mira un governo pro-Thaksin accelerandone la
caduta, l’esercito thailandese, questa volta, non è rimasto inerte
contro i dimostranti. Le autorità hanno rafforzato la sicurezza nei
porti e negli aeroporti e nelle altre principali infrastrutture, ha
annunciato il portavoce del governo.
Bangkok meta sconsigliata Numerosi Paesi stranieri
hanno consigliato ai rispettivi cittadini di evitare Bangkok o di
restare nei loro hotel.
Sabato, un summit dell’Asean era stato annullato a Pattaya dove le "camicie rosse" avevano preso d’assalto l’hotel in cui si svolgeva
l’evento. L’arresto, ieri, del leader dei manifestanti di Pattaya, l’ex
cantante pop Arisman Pongreungrong, ha aggravato la situazione.
Thaksin Shinawatra, 59 anni, ex uomo forte della Thailandia
rovesciato da un golpe militare nel 2006, è fuggito all’estero per
sottrarsi ad una condanna e a diverse inchieste anticorruzione.
Uomo d’affari controverso, resta tuttavia popolare fra le fasce più
povere della popolazione e in particolare nelle regioni rurali del nord.
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