«Basta tour nei Paesi a rischio»

da Roma

Ogni anno un consiglio che suona come un monito: «Ci sono zone del mondo che per ragioni di sicurezza i turisti dovrebbero evitare». Ma, spesso, l’appello della Farnesina viene ignorato dai nostri connazionali che partono «all’avventura» senza neppure premurarsi di consultare la black list del ministero degli Esteri aggiornata in tempo reale in base alle varie emergenze internazionali che spaziano dal terrorismo alla sanità, dalle guerre ai terremoti, dalla criminalità al pericolo di essere rapiti. Quelli che pensano «tanto a me non capiterà nulla...», invece, non si rendono conto del rischio che corrono e, quando lo capiscono, ormai è troppo tardi. Com’è accaduto ad Anna Pia, 30 anni, di Roma che, l’anno scorso, fu uccisa a Malindi da due balordi le rapinarono 30 euro. Ma la lista degli italiani uccisi e rapiti è lunghissima: oltre 50 casi negli ultimi quattro anni.
Anche per questo la Farnesina, soprattutto nel periodo estivo, non manca di inserire nel suo sito la mappa dei paesi col «bollino rosso»; un elenco che di anno in anno si allunga: Cina, Yemen, Gaza e Cisgiordania, Eritrea, Libano, Ciad, Uganda, Nigeria, Costa d’Avorio, Sudan, Guinea Bissau, Oman, Cecenia e Caucaso, Bangladesh, Afghanistan, Pakistan, Filippine, Birmania, Colombia, Perù, Kenya e Irak.
Negli ultimi anni a creare i maggiori problemi è stato il Yemen. Ragion per cui dalla Farnesina arrivano indicazioni molto precise: «No al turismo individuale, soprattutto nelle aree tribali del Paese (Governatorati di Marib, Shabwa, Al Jawf, Abyan), dove numerosi sono stati i rapimenti di cittadini stranieri». «Nel Paese - avverte ancora il ministero degli Esteri - non si può escludere anche il rischio di atti di natura terroristica contro istituzioni e strutture frequentati da occidentali. Pertanto, si consiglia di mantenere elevata l'attenzione e di adottare adeguate misure di cautela».
Ancora più perentori i consigli sull’Iraq: «No ai viaggi a qualsiasi titolo, rinviando anche quelli di lavoro ritenuti «assolutamente necessari», in particolare nel cosiddetto «triangolo sunnita» (Ramadi, Samarra e Fallujah). In questa area è in vigore il coprifuoco 24 ore su 24 con rigide disposizioni che, se violate, mettono a repentaglio la vita dei trasgressori».
Idem per l’Afghanistan: «Viaggi sconsigliati a qualsiasi titolo e in tutto il Paese.

La situazione della sicurezza è altamente deteriorata in tutto il Paese e in particolare nelle zone lontane dai principali centri urbani, a causa del proliferare di atti di banditismo e di ostilità nei confronti della presenza occidentale».

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