«Le periferie sono le città su cui dobbiamo scommettere» sostiene Carlo Piano, figlio d'arte ovvero dell'architetto Renzo Piano, che ha lavorato 40 anni fianco a fianco con l'ingegnere Maurizo Milan per realizzare progetti in tutto il mondo, Italia compresa, accendendo quelle «scintille» che sono il motore propulsore della rigenerazione urbana, soprattutto in periferia. Vere e proprie imprese raccontate nel libro di Milan Affinità strutturali. Una vita tra progetti e cantieri con Renzo Piano appena uscito per i tipi di Bompiani.
Ed è proprio Renzo Piano che con Milan caratterizza il suo lavoro all'insegna della ricucitura, del rammendo urbano, quello che riconnette tessuti cittadini, sanando le ferite e facendo germogliare la rinascita dei quartieri. Un discorso che vale per il Giambellino, per la Bovisa e per il Corvetto, restando a Milano, dove i ragazzi di seconda generazione che hanno animato la rivolta nel quartiere dopo la morte di Ramy il 24 novembre, chiedono spazi di aggregazione, campetti sportivi, luoghi dove potersi incontrare.
Cosa si può fare in quella periferia che è stata paragonata alle banlieu parigine? «Bisogna andare lì con atteggiamento umile ad ascoltare le esigenze dei residenti anche perché spesso le risposte da dare solo semplici, come un campetto da calcio o un teatro - spiega Milan -. In tutti i progetti che abbiamo realizzato o cercato di realizzare nelle periferie italiane abbiamo visto come gli abitanti dei quartieri, e i loro figli prima di loro, abbiano le idee molto chiare sulle esigenze della zona e non vedono l'ora che qualcuno arrivi a portare delle risposte e a prendersi cura degli spazi. Queste sono le famose scintille di cui parla Piano: sono quelle che fanno poi scoppiare un processo positivo di rigenerazione che si autoalimenta. Quando abbiamo fatto i sopralluoghi al Gambellino con il G124 (il gruppo di lavoro nato con la nomina di Piano a senatore a vita) abbiamo visto il forte senso si appartenenza dei cittadini al quartiere, la solidarietà che si innesca, la voglia di partecipare e di cambiare le cose».
Lo stesso discorso vale per i Gasometri alla Bovisa: una zona degradata e abbandonata, ma allo stesso tempo affascinante, che ha bisogno della riqualificazione. Qui che Milan e Piano firmano il progetto del campus del Politecnico: qui troverà spazio uno studentato, centri sportivi, aule, gli incubatori delle aziende, laboratori all'avanguardia e parchi pubblici.
È
proprio il senso di abbandono e di frustrazione che alimentano l'odio, la tensione sociale, la sfiducia verso le istituzioni. In sostanza le periferie per Milan «non devono essere luoghi di sofferenza ma luoghi di benessere».
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