Bazoli sceglie Modiano per curare Zaleski

Pietro Modiano sarà il nuovo presidente della Carlo Tassara, la holding che fa capo al finanziere Romain Zaleski e che detiene importanti quote nel capitale di Intesa, Generali, Mediobanca. La notizia arriva a meno di un giorno dalle dimissioni del manager da direttore generale di Ca’ de Sass. Un «divorzio consensuale» sfociato dopo mesi di contrasti con l’ad Corrado Passera e il responsabile della Banca dei Territori, la divisione retail che genera il 70% del fatturato dell’istituto di credito. Ma che ora assume un sapore diverso: la mediazione del presidente Giovanni Bazoli non solo salva Modiano (e con lui i rapporti con l’anima torinese della banca, da cui veniva il direttore generale al momento della fusione con il Sanpaolo) ma lo colloca in una posizione strategicamente centrale, gradito a tutte le banche (Unicredit in testa) creditrici della Tassara.
Il ruolo di Modiano sarà fondamentale per Intesa Sanpaolo: solo settimana scorsa la holding, in difficoltà finanziarie, ha stretto un accordo con le banche finanziatrici con le quali si è obbligata a vendere le proprie attività per rimborsare i debiti. Tra i pacchetti che rischiano di finire sul mercato c’è anche il 4,6% di Intesa SanPaolo quota, che secondo l’aggiornamento pubblicato ieri dalla Consob, è già stata ridotta dal 5% lo scorso 4 dicembre. Va poi detto che, insieme con il nuovo incarico, secondo indiscrezioni, a convincere Modiano sarebbe stata anche una lauta buonuscita, la cui entità non è stata però comunicata.
Rimane incerto se la nomina di Modiano avverrà già nel corso delle prossime assemblee ordinarie e straordinarie della holding, previste il 19 dicembre in prima e il 22 dicembre in seconda convocazione. Di sicuro la Tassara risolve un problema di non poco conto. Solo qualche giorno fa a ricoprire carica di presidente della holding veniva indicato Pier Francesco Saviotti, manager che però è stato chiamato a ricoprire la poltrona di amministratore delegato di Banco Popolare.
Al di là degli equilibri strategici, Piazza Affari ieri ha bocciato le dimissioni di Modiano: Intesa Sanpaolo ha perso il 4,7% portandosi a 2,23 euro. E durante la mattinata il calo aveva assunto dimensioni ancora maggiori, con il titolo che ha sfiorato la sospensione per eccesso di ribasso (-10%) per poi recuperare sul finale. Uscito Modiano, infatti, i problemi di Intesa restano, primi fra tutti la solidità patrimoniale.
Secondo gli analisti il gruppo difficilmente centrerà l’obiettivo di chiudere il 2008 con un Core Tier I al 6,5%. «Credo che il dato si attesterà ad un valore vicino al 6,1%», spiega un analista che aggiunge: «Mi aspetto che Intesa aderisca al piano del governo emettendo bond per circa 4 miliardi».

A deprimere le quotazioni ieri sono state anche le dichiarazioni, la sera prima a un convegno, di Passera secondo cui «la recessione può diventare una depressione perché non c’è scritto da nessuna parte che si fermerà» rilevando che le stime degli analisti «sono troppo ottimistiche». Brutte notizie ieri anche dagli Usa, Jamie Dimon, a.d. di JP Morgan, ha dichiarato che «novembre e dicembre saranno dei mesi terribili».

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