Tutti d'accordo, solo in due si astengono. Così, anche nel pieno di una crisi di governo, i deputati belgi trovano l'accordo per introdurre il divieto assoluto di indossare il burqa nei luoghi pubblici, comprese strade, giardini e impianti sportivi. Nonostante l'incertezza politica che regna nel paese, il Belgio diventa la prima nazione occidentale a prendere la decisione di mettere al bando il velo integrale islamico, in attesa del via libera anche da parte del Senato che renderà definitivo il provvedimento, sempre che le Camere non vengano sciolte prima per indire elezioni anticipate.
Battuta dunque sui tempi anche la Francia di Nicolas Sarkozy, il presidente che pure da tempo ha dichiarato guerra al velo islamico ma che solo a maggio vedrà una proposta di divieto, seppur non totale, approdare all’Assemblea generale.
La proposta approvata ieri sera in Belgio prevede un’ammenda da 15 a 25 euro e/o una settimana di detenzione per chiunque si presenterà in un luogo pubblico col volto coperto o mascherato in tutto o in parte in modo da rendere impossibile l’identificazione. Il testo non parla esplicitamente di burqa o di niqab. Eccezioni sono previste per le feste di carnevale e vari esperti in Belgio hanno espresso dubbi sull’utilità di una legge di questo genere dato che regolamenti di polizia vietano di coprire il volto già in molti comuni belgi. Il testo e soprattutto il voto così schiacciante espresso dai deputati hanno però una valenza simbolica.
Entro l’estate burqa e niqab, peraltro non troppo diffusi in Belgio, potrebbero sparire da strade, parchi, ristoranti, ospedali scuole e tutti gli edifici destinati al pubblico. Per i promotori dell’iniziativa si tratta non solo di assicurare la pubblica sicurezza ma di rispettare la dignità delle donne, assicurando il rispetto di principi democratici fondamentali.
Il clima attorno a provvedimenti del genere si va surriscaldando in Europa. Ferma la posizione del capo dello Stato francese, che proprio nei giorni scorsi - secondo indiscrezioni del giornale satirico Le Canard Enchaine - avrebbe detto: «Non prendiamo lezioni da paesi in cui le chiese sono vietate». La dura affermazione è arrivata dopo che il ministro degli Esteri Bernard Kouchner, in occasione di un incontro di governo il 21 aprile, sulla questione del progetto di legge sul burqa, chiedeva al presidente «come reagiranno i paesi arabo-islamici» di fronte a un divieto del niqab, esprimendo il timore di «infastidire gli Stati Uniti visto il loro concetto di libertà individuale». Sarkozy avrebbe risposto: «Non prendiamo lezioni sui diritti umani dagli Stati Uniti, dal momento che la pena di morte viene ancora applicata in metà degli Usa, né prendiamo lezioni dai paesi in cui le chiese sono vietate, mentre noi in Francia abbiamo 1200 moschee».
Il primo ministro francese Francois Fillon si è premurato però nei giorni scorsi di rassicurare i musulmani francesi precisando che la legge sul divieto del niqab, il velo integrale, attualmente in fase di discussione, non è rivolta contro l’islam né contro i suoi precetti.
Anche per questo Fillon ha ricevuto il presidente del Consiglio francese per il culto islamico, Muhammad al-Mousawi, nel quadro delle consultazioni avviate dall’esecutivo in vista della presentazione del progetto di legge anti-burqa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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