Dopo l'uscita dei dati d'ascolto Ter delle radio puntualmente iniziano i commenti entusiasti dei diretti interessati. Lorenzo Suraci, presidente del gruppo Rtl 102.5, fa bene: il gruppo Rtl attira ogni giorno oltre otto milioni di italiani e Rtl 102.5 resta la radio più ascoltata in Italia. Anche Linus esulta a ragione. All'interno di un gruppo Gedi in crescita (cresce anche Radio Capital e la sempre più originale Radio m2o fa il record assoluto nel giorno medio e nel quarto d'ora medio), la sua Radio Deejay è prima nella graduatoria del pregiatissimo quarto d'ora medio (48,0% in più rispetto al 2022) e nel giorno medio conquista la seconda posizione nel secondo semestre del 2023 dopo Rtl e prima di Rds. Altri commenti invece sono più entusiasti del dovuto, ma pazienza. Ciò che conta davvero sono i cosiddetti «dati di sistema», ossia quelli che aiutano ad avere una visione più precisa del mondo radiofonico al netto delle singole posizioni. Il dato più importante è che, nel giorno medio, la radio passa da 33.809.000 ascoltatori a 36.343.000, ossia due milioni e mezzo in più. Su base settimanale la radio serve all'85,31% degli italiani. Se nel 2019 la radio era il primo mezzo di comunicazione tra i 15 e i 65 anni (dati Radio Compass), oggi nonostante il boom social la flessione non è così drammatica. Ed è un segnale decisivo.
Come dice Linus, il 2023 è stato «l'anno della rinascita per tutto il comparto radio».P.s.: Le radio Rai si sono «escluse» dalle rilevazioni di RadioTer e quindi non appaiono in alcuna classifica. Uno scenario monco che toglie a tutti il necessario sguardo d'insieme.
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