Depressione, i piccoli segnali di ripresa

Il male di vivere interessa il 10-15% della popolazione italiana, in particolare il sesso femminile

Depressione, i piccoli segnali di ripresa

Le diagnosi di depressione sono in costante aumento. Secondo recenti statistiche, infatti, questa patologia psichiatrica caratterizzata dalla presenza di umore triste e vuoto, interessa il 10-15% della popolazione italiana. Tutti ne possono soffrire ma ad esserne maggiormente colpite sono le donne. Il termine depressione è alquanto generico se consideriamo che esistono diverse tipologie della stessa. Si ha dunque:

  • Il disturbo depressivo maggiore: è la forma più grave. Le manifestazioni sono invalidanti e interferiscono in maniera significativa con la quotidianità.
  • Il disturbo bipolare: si tratta di una serie di problematiche consistenti nell'alternanza anche marcata di stati depressivi e stati maniacali.
  • Il disturbo distimico: la sintomatologia è simile a quella del disturbo depressivo maggiore ma meno intensa.
  • Il disturbo depressivo post partum: esordisce tipicamente tra la sesta e la dodicesima settimana dopo la nascita.

Le cause e i sintomi della depressione

Finalmente dopo anni di studi si è giunti alla conclusione che l'insorgenza della depressione è favorita dalla presenza di tre fattori principali:

  • fattori genetici: i familiari di primo grado di soggetti depressi hanno un rischio di ammalarsi da due a quattro volte maggiore rispetto agli altri individui;
  • fattori biologici: spesso la patologia è la conseguenza di alterazioni ormonali, del sistema immunitario e dei neurotrasmettitori. Alcune ricerche hanno altresì puntato i riflettori sul deficit di serotonina;
  • fattori sociali e psicologici: le esperienze traumatiche infantili ed alcune situazioni in persone fragili possono spianare la strada al disturbo. Tra gli eventi impattanti rientrano i lutti, le separazioni, i conflitti familiari, le malattie di gente cara, i cambiamenti di lavoro, di città e di amicizie.

Di recente gli scienziati della Johns Hopkins Medicine hanno scoperto che una particolare cellula immunitaria intestinale influisce sul microbiota dell'intestino. Quest'ultimo, a sua volta, interagisce con le funzioni cerebrali legate a problematiche indotte dalla depressione. Dunque modificare tali cellule con farmaci o altre terapie potrebbe portare alla nascita di nuove metodologie per la cura del male di vivere.

L'intensità delle manifestazioni della depressione varia da individuo a individuo. Non tutti, inoltre, sperimentano la medesima sintomatologia. In linea generale è possibile classificare la stessa in quattro gruppi. Abbiamo quindi:

  • sintomi fisici: mal di testa, tachicardia, diarrea, sudorazione, vertigini, stanchezza, ipersudorazione, disturbi gastrointestinali, vampate di calore, dolori muscolari e articolari;
  • sintomi cognitivi: sensi di colpa, bassa autostima, problemi di concentrazione e di memoria;
  • sintomi affettivi: tristezza marcata, perdita di interesse per l'esistenza, calo del desiderio sessuale, isolamento, scarso rendimento lavorativo;
  • sintomi comportamentali: dimagrimento, peso eccessivo, disturbi del sonno, lentezza o, al contrario, estrema agitazione.

Piccoli segnali di ripresa

La depressione è una malattia subdola e assai insidiosa. Non tutti i pazienti reagiscono allo stesso modo alla terapia. Inoltre non esistono tempi canonici di guarigione.

Solitamente, se la cura è seguita nel migliore dei modi (essa prevede una combinazione di farmaci e di psicoterapia) è possibile apprezzare un miglioramento dopo quattro mesi. Ci sono comunque evidenti segnali di ripresa:

  • Il rinnovato interesse per le attività quotidiane e per le relazioni sociali. Il paziente sperimenta un ottundimento delle sensazioni di benessere e non riesce a gioire di tutti quegli aspetti quotidiani dell'esistenza che un tempo gli procuravano piacere. Allo stesso tempo evita il contatto con gli altri in quanto questo è visto come fonte di fatica o di vergogna. La ritrovata attrattiva per la vita di tutti i giorni è un passo fondamentale verso la guarigione.
  • L'incremento dell'energia. La persona depressa avverte una profonda stanchezza fisica e mentale soprattutto al risveglio. Il recupero delle forze è un momento importante che ha delle ripercussioni positive soprattutto in ambito psicoterapeutico: infatti il paziente affronta con maggior grinta il percorso di analisi.
  • L'aumento della libido. La depressione spesso mina la stabilità di coppia: il calo della libido nel paziente non è un evento raro ed è vissuto con difficoltà da entrambi i partner. Riscoprire il piacere sessuale significa anche accogliere e preservare nuovamente la serenità relazionale.
  • Una più salda autostima. Il paziente molte volte ritiene che lo stato in cui versa sia la conseguenza della sua inettitudine alla vita. Allontanare i sensi di colpa ed essere maggiormente indulgenti con sé stessi è uno dei traguardi indispensabili per vincere il male di vivere.
  • Il miglioramento dell'umore. Il paziente depresso è triste per la maggior parte del tempo e nulla o quasi è in grado di risollevare il suo stato d'animo. Il ritorno delle emozioni positive è un feedback essenziale.
  • La riduzione dello stato d'ansia. La depressione si accompagna a manifestazioni ansiose sia fisiche che psichiche. Quando l'angoscia è più contenuta il paziente riesce a lavorare meglio sui propri stati d'animo.
  • La maggiore capacità di concentrazione. Il paziente è distratto e ciò si riflette negativamente soprattutto in ambito lavorativo. Riacquisire la giusta attenzione è un fattore decisivo per il ritorno alla normalità.
  • Il miglioramento dell'appetito e del sonno. La persona depressa lamenta un riposo notturno disturbato da risvegli precoci o dall'incapacità di addormentarsi. A tavola è inappetente o, al contrario, mangia di più per cercare di colmare il vuoto interiore. L'equilibrio fisico recuperato offre nuovi slanci al paziente che si sente così più "in forma" per continuare il percorso di cura.

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