Ictus cerebrale: le tipologie, le cause e i sintomi a cui fare attenzione

Considerato la terza causa di morte in Italia, l'ictus cerebrale è una condizione clinica che continua a fare paura. Un ruolo chiave lo ha la prevenzione. Si possono infatti prevenire 9 casi su 10

Ictus cerebrale: le tipologie, le cause e i sintomi a cui fare attenzione
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Col termine ictus cerebrale, indichiamo tutta quella serie di effetti prodotti da un danno riportato al cervello, se non la morte di una sua porzione, a causa di un insufficiente afflusso di sangue. Ad oggi viene considerata la terza causa di morte per malattia in Italia, con 2-3 casi ogni 1.000 abitanti l'anno. L'attenzione dei medici è massima, poiché si tratta di una di quelle condizioni in cui agire tempestivamente può davvero fare la differenza. Proprio per questa ragione è fondamentale conoscere di cosa stiamo parlando, così da trovarci pronti e sapere come intervenire.

Partiamo dal capire che cosa è. L'ictus, o infarto cerebrale, o stroke (termine inglese ampiamente utilizzato), è una condizione provocata dall'improvvisa rottura, o chiusura, di un vaso sanguigno che porta sangue e ossigeno al cervello. Quando si verifica, l'afflusso di sangue (e di ossigeno) verso una determinata area si arresta, ed è lì che le cellule si danneggiano. In questa situazione un ruolo rilevante lo ha proprio il tempo, più ampia sarà la durata di assenza di ossigeno, maggiori saranno i danni riportati. L'ictus, infatti, non solo è in grado di provocare la morte di una persona. I sopravvissuti devono spesso convivere con danni permanenti. Si stima che la metà dei superstiti rimane con disabilità anche gravi.

I tipi di ictus e cause

Addentrandoci nello studio di questa malattia, scopriamo che sono due i tipi di ictus: ischemico ed emorragico. Ciò dipende dalla condizione che lo provoca. L'ictus ischemico, che ricorre nell'85% dei casi, si verifica quando un vaso sanguigno che attraversa il cervello si chiude, o si blocca, a causa di un trombo, oppure di un embolo. Vi è poi l'attacco ischemico transitorio (TIA), risolvibile in 24h e che di solito non lascia segni di lesione.

L'ictus emorragico, invece, avviene quando uno dei vasi sanguigni del cervello si rompe, causando un sanguinamento. Ciò accade a seguito di un trauma cerebrale, oppure a causa di una forte ipertensione (pressione sanguigna elevata).

Vi è poi una terza categoria, meno conosciuta e più complicata da diagnosticare, che è quella degli ictus/emorragie silenti, che non danno sintomi evidenti.

Quali sono, dunque, le cause di ictus? Il restringimento, oppure l'ostruzione, di un vaso sanguigno a causa dell'aterosclerosi; un embolo; traumi; ipertensione; oppure patologie come anemia, ipoglicemia e ipotensione.

I sintomi

Come abbiamo detto, saper riconoscere l'ictus è importante, perché consente di intervenire tempestivamente e chiamare i soccorsi. Un persona con sospetto ictus deve essere osservata, perché certi segni sono evidenti e ben riconoscibili. Almeno la maggior parte delle volte.

I principali sintomi di un ictus in corso sono:

  1. afasia, ovvero difficoltà a parlare o a comprendere le parole degli altri;
  2. perdita di sensibilità in alcune zone del corpo;
  3. problemi di coordinazione ed equilibrio;
  4. difficoltà alla vista;
  5. stato di confusione generale
  6. perdita di conoscenza.

Nel caso si presenti uno o più di questi sintomi, la prima cosa da fare è recarsi in ospedale, o contattare immediatamente il 118.

Fattori di rischio

Dopo aver analizzato la patologia e i suoi sintomi, è importante parlare dei fattori di rischio, così da cercare di intervenire per tempo. Abitudini e stili di vita, infatti, possono evitare l'insorgenza dell'infarto cerebrale. Le condizioni che, con il tempo, possono portare a ictus sono molteplici. Su alcune è possibile intervenire, mentre su altre, purtroppo, no.

Fra i primi fattori di rischio troviamo l'età. Sembra infatti che questa condizione colpisca dopo i 55 anni. Solo un 10% dei casi, infatti, si è presentato in soggetti più giovani. Altra condizioni che pare determinante è il sesso: colpisce più le donne che gli uomini. Altri fattori riguardano lo stato di salute di un individuo: la patologia si presenta più facilmente in caso di ipertensione, colesterolo alto, stenosi carotidea (ovvero restringimento della carotide), fibrillazione atriale e diabete.

Grande importanza lo hanno anche gli stili di vita. Il rischio, infatti, sale in caso di fumo di sigaretta, consumo di alcolici, assunzione di stupefacenti, sedentarietà, obesità, stress, difficoltà nel sonno, insonnia, eccesso di sonno, smog, stress da lavoro, sport competitivi, assunzione di determinati farmaci e sesso.

Secondo gli esperti, correggere alcuni stili di vita potrebbe essere determinante nella prevenzione di questa malattia.

I medici sono concordi nel dire che l'ictus è prevenibile in quasi nove casi su dieci. Un dato non da poco. Evitare fumo, alcol e droghe, consumare pasti adatti, privilegiando una dieta sana e mediterranea, controllare il proprio peso e svolgere attività fisica possono davvero fare la differenza.

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