Il braccio, la postura e il bracciale: gli errori da evitare per misurare la pressione

Il posizionamento corretto del braccio è di fondamentale importanza ai fini della corretta rilevazione

Il braccio, la postura e il bracciale: gli errori da evitare per misurare la pressione
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Nel momento in cui si effettua la misurazione della pressione arteriosa, un aspetto di fondamentale importanza è quello del posizionamento del braccio, determinante ai fini della corretta rilevazione dei dati: tenerlo in grembo oppure disteso lungo il fianco è una pratica scorretta e foriera di errori, per cui il rischio può essere quello di diagnosticare e quindi curare un'ipertensione quando invece di essa non c'è traccia.

Un team di ricercatori della Johns Hopkins Medicine di Baltimora, negli Stati Uniti d'America, ha realizzato un apposito studio per chiarire quali possono essere le conseguenze di una preparazione poco accurata dell'esame. Nel report, pubblicato sulla rivista specialistica "Jama Internal Medicine", emerge chiaramente che a causa di un erroneo posizionamento del braccio la pressione diastolica, comunemente detta "minima", può essere superiore anche oltre 4 millimetri di mercurio (mmHg) rispetto a quella reale e la pressione sistolica, vale a dire la "massima", può sforare addirittura di circa 7 mmHg. Pare una differenza di poco conto, eppure è più che sufficiente a creare il solco tra il quadro di un paziente normoteso e di uno iperteso.

Gli esperti raccomandano di mantenere sempre un livello di attenzione massimo nelle fasi di misurazione per evitare di basare una terapia su dei valori "notevolmente sovrastimati". Ma quali sono quindi gli aspetti da tenere ben presenti prima di procedere con l'esame? Sulla base delle linee guida tracciate dall'American Heart Association, ci sono alcuni passaggi da rispettare:

  • utilizzare un bracciale di dimensioni corrette da avvolgere sull'avambraccio collocato all'altezza del cuore;
  • sedersi con la schiena ben appoggiata e i piedi piantati a terra senza mai incrociare le gambe;
  • disporre il braccio su un tavolo o una scrivania.

Delle regole semplici da rispettare, spiegano i ricercatori, ma troppo spesso sottovalutate: non è inusuale, infatti, che il braccio sia disposto in modo scorretto, ovvero penzoloni, tenuto in grembo, sorretto dal medico o di lato e senza l'ausilio di alcun sostegno: "la giusta posizione fa una grande differenza", spiega l'autore principale dello studio Tammy Brady.

Il report si basa sui dati tratti da 133 misurazioni effettuate su adulti di età compresa tra 18 e 80 anni. Le differenze sono emerse subito e con grande evidenza: "Le misurazioni ottenute con le posizioni del braccio utilizzate di frequente nella pratica clinica (braccio in grembo o non supportato) erano notevolmente più alte di quelle ottenute quando il braccio era appoggiato su una scrivania, la posizione standard raccomandata", si legge nel report.

Tenere il braccio in grembo comportava una sovrastima media di 3,9 mmHg per la pressione sistolica e di 4 mmHg per la diastolica. Con il braccio disteso lungo il fianco si arrivava fino a un +6,5 mmHg per la sistolica e un +4,4 mmHg per la diastolica.

Una pressione sistolica sballata verso l'alto di 6,5 mmHg si traduce con una "potenziale differenza tra una massima di 123 e una di 130, o tra una di 133 e una di 140 che è considerata ipertensione di stadio 2", sottolinea Sherry Liu, co-autore dello studio della Johns Hopkins Medicine.

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