Beni culturali, in Sicilia crollo dei visitatori: meno 25% in tre anni

La denuncia di Legambiente: dal 2007 i musei e le aree archeologiche dell'Isola sono passati da 4 milioni e mezzo di biglietti venduti a 3 milioni. Addio Pasqua con la Venere di Morgantina, che doveva essere visitabile dal 24 marzo e che lo sarà, forse, dal 17 maggio

«Irrilevante» il contributo della provincia di Catania, addirittura «mortificanti» i dati che arrivano da quelle di Caltanissetta e Ragusa. E perfino l'apporto della provincia di Palermo, malgrado l'estensione e l'importanza, risulta trascurabile. Una situazione di crisi che ha portato in appena tre anni i siti culturali siciliani a perdere un visitatore su quattro, pari a circa un milione di presenze (quattro milioni e mezzo nel 2007, poco più di tre nel 2010) e due milioni di incasso (da 14,2 a 12,3 milioni). È quanto emerge dai dati delle presenze nei musei siciliani, diffuse da Legambiente nella pubblicazione «Nuove strategie culturali per i musei siciliani», nell'ambito della campagna «Salvailmuseo». Una contrazione frutto della difficile congiuntura economica, spiega il rapporto, ma non imputabile solo alla crisi ma anche a una «tecnica di gestione e valorizzazione non ancora messa a punto».

Nonostante in Sicilia sia localizzata una delle più elevate concentrazioni di patrimonio culturale d'Italia e dell'area del Mediterraneo (oltre il nove per cento dell'intero patrimonio nazionale e un terzo dei beni archeologici presenti in Italia), la concentrazione delle presenze si registra in pochi, limitati contesti. Gli otto siti più visitati, anch'essi in flessione, attraggono infatti il 75 per cento dei visitatori: il Teatro greco di Taormina (568 mila presenza nel 2010), l'area archeologica di Siracusa (474 mila), la Valle dei Templi di Agrigento (460 mila), Palazzo dei Normanni a Palermo (284 mila), Segesta (280 mila), la Villa romana del Casale (244 mila), Selinunte (208 mila) e il Duomo di Monreale (183 mila). Ai restanti 55, le briciole: appena 600mila visitatori, per tutto il resto. Insomma, anche i siciliani come i turisti visitano i «soliti siti».

«I nostri musei non sono appetibili nè promossi adeguatamente - afferma Gianfranco Zanna, responsabile Beni culturali di Legambiente Sicilia -. Dal 2000 al 2007 si erano stabilizzati attorno a 4/4,5 milioni di presenze poi c'è stato un crollo. Molti, come quello della Ceramica di Caltagirone o l'Archeologico di Ragusa, da anni aspettano lo spostamento in sedi più moderne. Ma è anche un problema di mentalità: l'ex assessore Gaetano Armao ha promosso il biglietto a un euro per i residenti eppure non è cambiato nulla. Bisogna lavorare sulla testa della gente». Una situazione in cui anche l'instabilità della giunta regionale pesa per l'avvio di politiche culturali durature: in due anni e mezzo sono stati già quattro gli avvicendamenti all'assessorato alla Cultura.

E nello stesso giorno in cui sono stati resi noti i risultati sconfortanti del turismo culturale siciliano è arrivato l'annuncio che la Venere di Morgantina, la statua di Afrodite restituita qualche settimana fa all'Italia dal Paul Getty Museum di Los Angeles (dove era il pezzo più pregiato e valorizzato), sarà visitabile nel museo archeologico di Aidone, in provincia di Enna, dal 17 maggio.

Peccato più di un mese fa, quando il capolavoro attribuito a un allievo di Fidia arrivò dalla California in Sicilia, fosse stata strombazzata ai quattro venti la notizia che la statua sarebbe stata visitabile a partire dal 24 marzo. Sarebbe stato logico che almeno per l'importante appuntamento turistico del periodo pasquale l'ormai ex statua culto del museo di Malibù potesse essere ammirata «a casa sua». Ma tant'è.

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