Beni di largo consumo quasi pronti per l’Rfid

Radioidentificazione con etichette dotate di microchip e antenne. I risultati di una sperimentazione italiana su prodotti secchi e liquidi. Tag, posizioni e packaging vanno studiati con attenzione

Beni di largo consumo quasi pronti per l’Rfid

L’impulso allo sviluppo delle tecnologie Rfid (Radiofrequency identification) che viene dal mondo del largo consumo apporta benefici per tutti i settori e le filiere, grazie anche alle iniziative delle grandi catene di grande distribuzione internazionali e dei centri di ricerca focalizzati come l’Epc Lab, il laboratorio di sperimentazione della tecnologia Rfid/Epc nella supply chain realizzato da Indicod-Ecr in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano.

Nel suo intervento a un recente workshop svoltosi al Politecnico di Milano, Massimo Bolchini, direttore gestione e sviluppo Standard di Indicod-Ecr, ha anticipato alcuni dei risultati pubblici delle sperimentazioni condotte nella prima parte dell’anno, quando il laboratorio è stato inaugurato. «Questa prima fase di test», ha spiegato, «si è concentrata principalmente sulle merceologie più critiche per l’identificazione in radiofrequenza nella banda Uhf, come i prodotti liquidi e quelli in imballi metallici, sia a livello collo che a livello pallet, senza comunque dimenticare i prodotti in contenitori di cartone. I risultati mostrano una completa affidabilità nella lettura di tag posti sia su prodotti secchi, con imballi di cartone, sia su prodotti liquidi».

Per quanto riguarda invece prodotti contenuti in imballi metallici - ha sottolineato Bolchini - sono stati ottenuti risultati ottimali solo in alcuni test (ad esempio nel processo di filmatura di un pallet in rotazione) e buoni negli altri, ma anche tutte queste criticità, precisa, sono in via di risoluzione. Infatti, già solo impiegando tag speciali applicabili su metallo si sono raggiunti buoni livelli di affidabilità. In conclusione, «dalle prime attività si evidenzia come il tipo di tag e il suo corretto posizionamento, il packaging dei prodotti e degli imballi, lo schema di pallettizzazione siano fattori rilevanti per la corretta identificazione dei prodotti nelle diverse fasi logistiche».

Il largo consumo, osserva l’Osservatorio 2007 sull’Rfid della School of Management del Politecnico di Milano, è uno degli ambiti in cui è più marcata la distanza, in termini di applicazioni e soprattutto di sperimentazione, tra l’Italia e gli altri Paesi, per l’indisponibilità fino a maggio 2007 delle licenze Uhf ma non solo.

 

> Altri articoli sull'argomento

Rfid: Ibm mette il pedigree ai farmaci

Gentiloni firma la svolta dell’Rfid in Italia

Rfid: le voci dei protagonisti

Finlandia: la filiera dell’abbigliamento è in onda

Persino le pietre mettono le antenne

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica