Berlusconi presidente-speaker: la sua voce negli spot per l’Italia

Il premier illustra le bellezze del Paese nella pubblicità voluta dal ministro Brambilla contro le vacanze all’estero. Guarda lo spot

Berlusconi presidente-speaker:  
la sua voce negli spot per l’Italia

«Ghe pensi mi» un’altra volta. È il capo del Governo, quindi è anche il padrone di casa. Normale, dal suo punto di vista, che illustri il Duomo di Milano, la Reggia di Caserta o i Faraglioni di Capri come normalmente illustrerebbe ai suoi variegati ospiti, a bordo di una macchinetta da golf lanciata a velocità improbabile, le piante grasse di villa Certosa o le statue immacolate di Arcore. Silvio Berlusconi nel solco di Ciampi: l’ex presidente della Repubblica riabilitava il tricolore, celebrava le nostre Forze Armate, ripristinava la parata del 2 giugno. Berlusconi sponsorizza gli unici beni del nostro Paese che non si possono clonare: i paesaggi, le bellezze artistiche, i monumenti...

Un po’ come Veltroni ha fatto col nostro cinema, un po’ come Carlin Petrini ha fatto con lo «Slow Food», un po’ come Kennedy ha fatto col suo Paese («Ride my rod and my country»). In uno spot (che sarà in onda sulle reti Rai e su Rai International dalla prossima settimana) il presidente del Consiglio sponsorizza casa sua: cioè tutta l’Italia. Invece che per una manciata di ospiti lo fa per sessanta milioni di cittadini, invece che per il parco di villa Casati Stampa lo fa per una superficie di trecentomila chilometri quadrati, più o meno, ma lo fa allo stesso modo: convinto e contento. Pare che per registrare il messaggio promozionale abbia impiegato una manciata di secondi: buona la prima. Dall’affresco della Sistina alla granatina siciliana, è stato in grado di convincere su tutto. È o non è il più grande imbonitore del mondo? E allora che ci «piazzi», noi e questo «materasso Italia», noi e questa «pentola vacanze».

Il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, ha dovuto fare i conti con un iniziale grumetto di perplessità, questione di poco. Poi, l’uomo che acquista panche ginniche alle televendite delle tre del mattino «si è fatto convinto»: e facciamola ’sta sviolinata all’estate del Belpaese, che se lo merita. Il presidente, «the voice» che spiega perché conviene restare nella sua Italia a fare le vacanze è un pezzo imperdibile del marketing evoluto. Sottintende il premier, ma senza dirlo, che è inutile fiondarsi in quegli infernali paradisi dell’«all inclusive» che ti tengono legato al braccialettino fiscale fatto di palline di plastica colorata, ai balli «vibraviscere» in spiaggia, alle bibite somministrate a litri a qualsiasi ora, alle obbligate escursioni sottomarine, alle lezioni di step sotto il solleone del mezzogiorno dei Caraibi accanto a tedesche dalla carnagione suina che cadono a terra svenute come palme abbattute. «Ma sta a ca’ tua» direbbe Fedele Confalonieri (invece gli italiani spendono 14 miliardi di euro per le vacanze all’estero). E Berlusconi rincara la dose del Confa con uno spot. Con una voce tanto suadente che potrebbe doppiare De Niro.

Se ci avessero provato altri capi di governo, sarebbe stato, più che un invito, un infelice impedimento a visitare il loro Paese: la faccia triste di Zapatero, i saltelli pieni di ingiustificato entusiasmo della rubizza Merkel per le sue «Land» innaffiate di birra, il premier greco, quello ungherese... Si sarebbero registrate migrazioni di massa. Ma in direzione opposta. Invece lui... È o non è il più grande imbonitore del mondo? E allora che venda, e che ci venda. E che lo faccia al meglio. La griffe «Paese Italia», il «piazzista» Silvio. È la prima volta che un presidente del Consiglio si presta a una «roba» del genere e infatti c’è già chi si indigna. Come se «vendere» la Costa Smeralda fosse un’ansia sua che in Costa Smeralda c’è già da anni. Ma intanto ha preso la scusa: ci ha messo la voce per metterci di nuovo la faccia. Responsabilizza i connazionali sulle vacanze ma nel frattempo fa vedere che ha ripreso in mano la bacchetta magica, che è di nuovo Silvio, quello che si dà, che si smarca, che sa fare il generoso.

Indipendentemente dalla «fiducia», dalle «nomine», dalle «rinomine», dalla «rifiducia», «dall’Italia del Nord», «dall’Italia del Nord-Est», dalle polemiche del «chi governa cosa». Intanto pensa al Pil dell’estate alle porte. Incominciamo a mandarli in vacanza «dove si deve», questi italiani. Berlusconi si è inventato la pubblicità moderna, non si capisce per quale motivo non dovrebbe sfruttarla per piazzare il Paese. Trovate qualcun altro, in giro per il mondo, che lo faccia allo stesso modo: un microfonino ad Arcore, la Brambilla che gli allunga un copione, lui che lo straccia e se lo rifà da solo. Buona la prima.

E ci siamo venduti anche il Paese. Perché solo Berlusconi è così poco schizzinoso da mettersi lì, seduto sullo scomodo sgabello della pubblicità, chinato sulla gamba di una papabile acquirente a convincerla, e a «farla su» per venderle uno Stivale.

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