Berlusconi rilancia: «Cancelleremo anche l’imposta sui rifiuti»

Il Cavaliere: «Si può fare con i termovalorizzatori, che trasformano la raccolta in attivo. Ma la sinistra è contraria a costruirli»

Antonio Signorini

da Roma

Si può abolire anche la tassa sui rifiuti, ma solo «quando, avendo costruito i termovalorizzatori, il risultato della trasformazione dei rifiuti in energia potrà essere addirittura in utile rispetto al costo della raccolta». Il fisco tiene banco anche nell’ultima giornata di campagna elettorale. Più che un impegno per il suo terzo governo, come nel caso dell’abolizione dell’Ici, quello di Silvio Berlusconi sulla «Tarsu» è un ragionamento basato sulla trasformazione degli scarti in energia attraverso impianti che «la sinistra non vuole». Un progetto a lungo termine che il vicepremier e leader di An Gianfranco Fini ha definito una «via praticabile», ma che ha fatto riesplodere lo scontro sul tema che ha monopolizzato la vigilia delle politiche 2006.
La sinistra si è quindi ritrovata a condannare il presidente del Consiglio e leder di Forza Italia, con il segretario Ds Piero Fassino che ha denunciato la sua «ossessione» per le tasse e una «visione della politica per cui i voti si comprano annunciando continue riduzioni» fiscali. E Romano Prodi, costretto a tornare di nuovo sul campo minato dei tributi: «L’ho già detto mille volte e lo ripeto non siamo la coalizione delle tasse». Per il centrodestra le cose sono chiare: «Tagliare le tasse è qualcosa di contrario a tutti i principi dell’onorevole Fassino, che si riassumono in tre parole: tassare, tassare, tassare», ha detto il portavoce di Berlusconi Paolo Bonaiuti. Ma contro il premier si sono espressi di nuovo i sindaci di sinistra. «Ormai siamo alla farsa», ha protestato il primo cittadino di Napoli Rosa Russo Iervolino. D’accordo il sindaco di Firenze Leonardo Domenici. Toni e argomentazioni simili a quelli utilizzati contro l’abolizione dell’Ici sulla prima casa annunciata da Berlusconi all’ultimo confronto televisivo con Prodi. A preoccupare i comuni è la prospettiva di rinunciare al gettito delle imposte e tasse locali (quella sui rifiuti vale circa tre miliardi di euro). Ma da Vienna, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha osservato che «non c’è mai stato un caso di abolizione di una tassa comunale fatto per legge che non sia stata compensata da equivalenti trasferimenti statali».
Le obiezioni del centrosinistra diventano anche di tipo ambientale, come quella di Paolo Cento dei Verdi che dietro la volontà di costruire i termovalorizzatori vede la decisione di «trasformare l’Italia in un grande discarica abusiva fuori da ogni controllo ambientale». E, più in generale, rimane ferma la volontà dell’Unione di utilizzare la leva fiscale come strumento di giustizia sociale: «Basta con la caccia alle tasse, ognuno deve pagare quello che è giusto. Come lui dice le tasse sono una forma di ridistribuzione della ricchezza nella società secondo un principio giusto», ha commentato Massimo D’Alema.
Sulle questioni fiscali Berlusconi può contare di nuovo sul sostegno di tutti gli alleati: «È la squadra che deve vincere. La rete l'ha fatta Berlusconi, io ho fatto l’assist», ha commentato Fini a proposito dell’Ici. Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini si propone un fisco che «cominci ad aiutare le famiglie numerose» mentre l’esponente della Lega Nord e il Guardasigilli Roberto Calderoli attacca Prodi: «È inutile che la sinistra faccia delle ironie sul Berlusconi che toglie le tasse perché Prodi le tasse le ha inventate, come l'eurotassa e l'Irap, mentre il nostro governo le ha tolte e continuerà a togliere». In sostegno dell’idea del premier anche il governatore della Lombardia Roberto Formigoni: «Certo che è possibile eliminarla», ha assicurato a proposito dell’abolizione della tassa sui rifiuti.

«Da una parte - ha spiegato - si tratta di utilizzare i rifiuti come energia come già facciamo in Lombardia, perché questo è un modo per diminuire inizialmente il costo dello smaltimento dei rifiuti. E poi andare verso un pareggio che renda possibile l'eliminazione della tassa».

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