Bilancio difficile per il mondo degli elettrodomestici

Il 2009 è ancora in rosso. Il presidente Confindustria Ceced, Piero Moscatelli: «Attendiamo una risposta dal ministro Scajola»

Chiuderà ancora in rosso il bilancio 2009 del settore degli apparecchi domestici e professionali in Italia: con circa 130mila addetti, diretti e indiretti, è il secondo comparto industriale del nostro Paese dopo quello dell'automobile. «Attendiamo risposta dal ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, al quale abbiamo chiesto un incontro urgente», ha detto Piero Moscatelli, presidente Confindustria Ceced Italia. «Il futuro del nostro settore richiede interventi di politica industriale per mantenere posti di lavoro, risorse qualificate di ricerca e sviluppo, capacità produttiva in Italia; evitare la desertificazione dei distretti in cui operano grandi aziende e pmi; stimolare la domanda mediante incentivi all'acquisto dei prodotti più ecologici ed efficienti». Il settore proviene da due anni di profonda difficoltà in cui le imprese hanno cercato di razionalizzare le strutture e la gestione, pur continuando a investire.
«Tutte le nostre aziende hanno reagito alla crisi, hanno abbandonato i vecchi modelli di business e si sono riposizionate sulla nuova realtà dei mercati e dell'economia - prosegue Moscatelli - É il sistema-Paese che non sostiene la nostra industria e di fatto azzera l'attrattività dell'Italia per i nuovi investimenti delle aziende italiane e delle multinazionali. Le nostre richieste di sei mesi, un anno fa continuano a essere in attesa di risposta: incentivi all'acquisto efficaci, applicabili, di lunga durata; controlli di mercato sulla regolarità dei prodotti importati; sicurezza dei consumatori, in particolare per il gas; smaltimento e riciclo a fine vita nell'ambito dell'implementazione del Sistema Raee; sostegni alle pmi per l'innovazione».
In ambito europeo è stato definito il percorso per l'approvazione della nuova etichetta energetica, che sarà applicata a molti più prodotti facendo chiarezza a vantaggio dei consumatori e a riconoscimento degli investimenti dei produttori in innovazione.
Quanto all'anno in corso, sul mercato italiano sono andati un po' meglio delle attese i grandi elettrodomestici (-4,6% in termini di volumi), i piccoli elettrodomestici (-5,6%), i caminetti e le stufe rimasti stabili. In maggiore difficoltà i comparti più legati all'edilizia, colpita dalla crisi in molti paesi europei: camini e canne fumarie (-30%), cappe aspiranti (-25%), climatizzazione (-20%), scalda-acqua elettrici (-8%).
I produttori di componenti hanno risentito dell'effetto domino lungo la filiera.

Un discorso a parte richiede il comparto degli apparecchi professionali per catering e ospitalità, che era in positivo nel 2008: il forte orientamento all'esportazione (70% della produzione) ha risentito della crisi mondiale: il risultato a fine 2009 indica -10% per ordini e fatturati.

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