Il bilancio di Palazzo Marino spiegato a cittadini e aziende

Stefano Zurlo

Due anni fa la signora Corinna Meregalli bussò a Palazzo Marino e pose la più elementare delle domande: «Vorrei il bilancio del Comune». La guardarono come una marziana, poi, visto che non aveva posto un quesito disdicevole, la accontentarono. Le diedero due borse piene di documenti, regolarmente pagati 170 euro. Due anni sono pochi ma possono anche misurare il cambiamento di una mentalità. Domani sera al Circolo della Stampa, aperto a tutti i milanesi, Palazzo Marino e la Fondazione Civicum presenteranno a braccetto proprio il bilancio del Comune di Milano.
Insomma, quel gesto dal sapore pionieristico ha aperto una breccia e su quella strada virtuosa si è incamminata Civicum, tecnicamente una fondazione di partecipazione, un ente che vuole migliorare lo Stato. Per questo si adopera anzitutto per facilitare la conoscenza di quella macchina complessa e spesso indecifrabile che è la pubblica amministrazione. Civicum è nata nel novembre 2004 ed è ancora ai primi passi, ma a Milano e dintorni sono già cinquecento gli amici che la sostengono, come Corinna Meregalli. «Noi - spiega il Presidente Federico Sassoli de Bianchi - vogliamo lanciare una passerella fra il cittadino e lo Stato; la lettura del bilancio del Comune, novità assoluta per l’Italia, va in questa direzione».
Domani, alle 20,45, i dati (relativi al triennio 2002-2006) verranno spezzettati e illustrati dal profesor Enrico Guarini, della SDA Bocconi. Seguirà una tavola rotonda cui parteciperanno alcuni esponenti del mondo produttivo ambrosiano: Assolombarda, Confcommercio, API, Assimpredil, Unicredit e i rappresentanti dei sindacati e della moda. «Cercheremo di farli dialogare intorno ai numeri che snoccioleremo - aggiunge Sassoli de Bianchi - oggi viviamo in una società molto parcellizzata e ciascuno dei soggetti è abituato a valutare il proprio punto di vista ma spesso non tiene conto della realtà totale. Noi crediamo che il bilancio costringa tutti a ragionare intorno a quel concetto così concreto ma oggi sottovalutato che si chiama bene comune. Ovvero il bene di tutta la collettività».
Civicum ha già messo in vetrina nei mesi scorsi i bilanci delle principali società controllate dai grandi comuni italiani e il 9 giugno si prepara ad un altro passo molto importante; a Roma verranno passati alla moviola i bilanci dei primi quattro comuni d’Italia: Roma, Milano, Napoli e Torino.
«Abbiamo in mente molte altre cose - prosegue il Presidente - ma adesso è prematuro parlarne. Certo, non ci limiteremo a fredde analisi e non ci fermeremo ai seminari per specialisti, pur necessari».
Ancora una volta è il tempo a dare l’idea dei passi compiuti. «L’anno scorso - dice Sassoli de Bianchi -ci fu una sorta di iniziativa pilota in Bocconi. Una seminario chiuso, per addetti ai lavori, in cui analizzammo i dati della città di Milano. Allora, però, il Comune era solo invitato». Quest’anno cambia tutto. Palazzo Marino è promotore del convegno, e anzi a commentare le slide ci sarà il direttore generale del Comune Giorgio Porta. «Milano - afferma Porta - avvia un processo che vuole avvicinare società civile e istituzioni comunali. La città può essere leader in Europa anche per la trasparenza della pubblica amministrazione».
Un obiettivo ambizioso, ma non impossibile, specialmente se a pungolare ci sono soggetti come Civicum. E Civicum, a sua volta, chiama in causa tutti i milanesi: «Non solo sono tutti invitati domani sera al Circolo della Stampa - è il parere di Sassoli de Bianchi - ma alla fine consegneremo loro un questionario su cui potranno esprimere i loro giudizi. In altre parole ci daranno le pagelle. Si spera, naturalmente, che il meeting inneschi un circuito virtuoso.

«In ogni caso - conclude Sassoli de Bianchi - il nostro è volontariato civico, senza connotazione ideologica. È vero che il Comune solo due anni fa era impreparato a domande come quelle poste da Corinna Meregalli ma non dimentichiamo che prima di allora nessuno aveva mai formulato un quesito del genere».

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