Bin Laden tradito dal corriere

Lo sceicco del terrore tradito da un corriere. Il Pentagono: la missione era eliminarlo

Bin Laden tradito dal corriere

Tradito da un messaggero. Un corriere ha involontariamente tradito Osama Bin Laden. È stata, infatti, la pista dei "corrieri" a portare gli Stati Uniti fino al compound da un milione di dollari, in un villaggio del Pakistan, dove si nascondeva lo "sceicco del terrore". A raccontare all’emittente televisiva statunitense Msnbc i dettagli di una caccia durata almeno dieci anni è stato un alto ufficiale della Casa Bianca."Da quando capimmo che Bin Laden era una minaccia, gli Usa cominciarono a raccogliere informazioni sulla sua cerchia, inclusi i suoi corrieri personali", ha spiegato l’ufficiale.

L’indagine cominciò ancora prima dell’attacco alle Torri Gemelle nel 2001. Ma è dopo l’11 settembre che il cerchio inizia a chiudersi. "Alcuni detenuti ci fornirono informazioni sui corrieri. Un messaggero, in particolare, suscitò la nostra attenzione. I prigionieri ci avevano dato il suo nome di battaglia e lo avevano identificato come uno dei pochi che potevano vantare la fiducia di Bin Laden". Nel 2007 gli Usa riescono a ottenere il nome dell’uomo. Due anni dopo, scoprono le zone dove il corriere, e un suo fratello, operano di routine. "Identificammo le aree in Pakistan dove il corriere e suo fratello si muovevano. Agivano con grande cautela e questo ci rinforzò nella convinzione di essere sulla pista giusta".

Nell’agosto 2010 gli Usa scovano la casa di Abbottabad, a 75 chilometri da Islamabad, dove i due corrieri risiedono abitualmente. "Quando trovammo il compound, restammo scioccati: era un unica, straordinaria struttura". La costruzione era stata edificata nel 2005, alle porte della città, ed era assai sospetta. "I sistemi di sicurezza erano davvero fuori dalla norma: muri dai 12 ai 18 piedi (dai 3,5 ai 5 metri, ndr), accesso ristretto con due cancelli di sicurezza", nessun finestra sulla strada. Inoltre, i residenti dell’abitazione bruciavano la loro immondizia e - particolare assai strano per una residenza da un milioni di dollari - non vi era alcun servizio internet o telefonico.

Così l’intelligence Usa arriva ben presto alla conclusione: in quella casa si nasconde un pezzo grosso. Poco dopo, i servizi comprendono che nel compound vivono non solo i due fratelli ma anche altre persone. Non vi sono prove che la Primula Rossa di Al Qeada sia effettivamente lì ma ogni elemento sembra suggerirlo: i sistemi di sicurezza, il tipo di compound e, soprattutto, il background dei due corrieri. "I nostri analisti studiarono la situazione sotto ogni prospettiva. Quella casa non poteva essere che di Bin Laden".

La conclusione arriva a metà febbraio di quest’anno. A metà marzo, Barack Obama presiede ben cinque riunioni del Consiglio di Sicurezza Nazionale per mettere a punto i dettagli dell’operazione. Venerdì scorso il capo della Casa Bianca impartisce l’ordine operativo. Nessun altro Paese, ha riferito l’ufficiale, era al corrente di queste informazioni. E "solo un ristrettissimo gruppo di persone all’interno dell’esecutivo sapevano in anticipo del piano".

Le autorità Usa sono state in grado di confermare la morte di Osama Bin Laden grazie al dna di una delle sue sorelle morta negli Usa.

Secondo il sito web di AbcNews, "il suo dna corrispondeva al dna prelevato su una sua sorella morta di cancro al cervello a Boston. Il suo cervello era stato conservato nel caso in cui fosse stato necessario confermare il dna di Bin Laden".

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