Roma - La legge 40 è parzialmente illegittima. Secondo la Consulta la legge che regola la fecondazione assistita va modificata. I giudici della Corte Costituzionale hanno dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 14, comma 2, della norma, nel punto in cui prevede che ci sia un "unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre" di embrioni. Viola la Costituzione anche il comma 3 dello stesso articolo, nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna. La Corte, infine, ha dichiarato inammissibili, per difetto di rilevanza nei giudizi principali, la questioni di legittimità costituzionale dell’articolo 6, inerente l’irrevocabilità del consenso della donna, e dei commi 1 e 4 dell’articolo 14.
La decisione La Consulta, con la pronuncia di oggi (per le motivazioni bisognerà attendere alcune settimane), ha dunque dichiarato illegittimo il "cuore" della legge 40 sul limite di tre embrioni in un unico impianto e sul loro trasferimento nell’utero della donna. I ricorsi dichiarati inammissibili per difetto di rilevanza, invece, riguardavano l’irrevocabilità del consenso da parte della donna all’impianto (articolo 6, comma 3) e il divieto, se non in casi eccezionali, della crioconservazione (articolo 14, comma 1), nonché il divieto di riduzione embrionaria di gravidanze plurime (art.14, comma 4). A sollevare le questioni di legittimità davanti alla Corte erano stati il tar del Lazio e il tribunale di Firenze (quest’ultimo con due distinte ordinanze relative a cause intentate da coppie sterili o affette da malattie ereditarie), rilevando la violazione degli articoli 2, 3, 13 e 32 della Costituzione, inerenti i principi di uguaglianza, del diritto alla salute, e del rispetto della dignità umana.
Modifiche in arrivo "La legge 40 con questo intervento è più oscura, ma non mi sembra che sia cambiato molto, per questo sarà indispensabile emanare al più presto nuove linee guida che possano eliminare qualsiasi contraddizione". Così Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare con delega ai temi etici, commenta la decisione della Consulta. "Chi interpreta questa sentenza della Corte Costituzionale come un’apertura alla diagnosi pre-impianto - ha aggiunto la Roccella - commette un’operazione dubbia e prematura". Dopo aver premesso che sarà necessario comunque capire bene le motivazioni che hanno portato la Consulta a prendere questa decisione, il sottosegretario Roccella ha sottolineato, infatti, come "il comma 1 dell’articolo 14, sulla clioconservazione e la soppressione di embrioni, non sia stato giudicato illegittimo e come non sia stato toccato nemmeno il divieto di selezione eugenetica degli embrioni e dei gameti".
Gasparri: "Valuteremo" "Noi abbiamo sostenuto la validità della legge 40, valuteremo con il rispetto dovuto la sentenza e ovviamente bisognerà adeguare la normativa alle decisioni della Corte Costituzionale. Dopo aver letto la sentenza su un tema così delicato faremo le nostre valutazioni, difendendo sempre e comunque, le ragioni della vita". Lo dice il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri.
Buttiglione: "Sconcerto" "È grave lo sconcerto e la preoccupazione di fronte al pronunciamento della Corte Costituzionale su alcune parti della Legge 40. Difficile non avere l’impressione che un gruppo ideologizzato stia cercando di sequestrare la Costituzione espropriando il parlamento della sua sovranità". Lo afferma Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc. «L’equilibrio dei valori lo stabilisce il parlamento. La Corte Costituzionale deve attenersi allo spirito e alla lettera della Costituzione - spiega - data secondo le intenzioni dei padri fondatori. La Costituzione ha da sempre avuto l’appoggio convinto, entusiasta e fattivo dei cattolici italiani. Se passasse l’idea che la Costituzione sia contro la vita si creerebbe un’incrinatura drammatica nella coscienza della nazione".
Esulta l'associazione Coscioni "I casi individuali arrivati alla Corte Costituzionale hanno dimostrato quanto piena di ideologia sia la legge italiana sulla fecondazione assistita". Questo il commento di Marco Cappato e Rocco Berardo, segretario e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni.
"I casi di donne che hanno dovuto sopportare sul loro corpo l’ideologia di una legge tanto proibizionista - hanno dichiarato Cappato e Berardo - hanno consentito il secondo colpo, dopo quello sulla diagnosi preimpianto, a questa legge. Ora è urgente - hanno concluso - imprimere una svolta anche sulla questione centrale per milioni di malati: quella di destinare le migliaia di embrioni in sovrannumero, invece che nella spazzatura, alla ricerca".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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