Bari - "Il Parlamento
deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso". Lo ha
detto, questa mattina a Monopoli, il presidente della Camera
Gianfranco Fini dialogando con gli studenti sui temi della
Costituzione.
Il dibattito su bioetica e testamento biologico è stato evocato
durante il dibattito in cui gli studenti delle scuole della cittadina
pugliese hanno posto al presidente una domanda sull’articolo 33
della Costituzione che parla di libertà per arte e scienza. Fini afferma
che su certi temi in lui "il dubbio prevale sulle certezze": "Ma è un
dibattito aperto, oggi, nella nostra società e auspico che venga
affrontato senza gli eccessi propagandistici di questi ultimi mesi".
La risposta del Vaticano "I temi sui quali il mondo cattolico intende portare il suo contributo
- risponde monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della
Pontificia Accademia per la Vita - sono temi non definibili come
precetti religiosi; sono temi che riguardano i diritti fondamentali
dell’uomo, come il diritto alla vita, il rispetto della vita, i diritti che
riguardano l’unità del matrimonio e della famiglia. Non sono precetti
religiosi, ma sono iscritti nella natura umana, difendibili con la
ragione e iscritti anche nella Costituzione". Il vescovo invita inoltre
a "non alzare steccati perchè i cattolici hanno tutte le carte in regole
per lanciare appelli su famiglia, contro l’eutanasia, contro la gravità
aborto e per il diritto alla vita".
Della Vedova: "Bene fini, nessuno scandalo" "In una qualunque delle democrazie
avanzate dell’Occidente l’affermazione per la quale un ’precetto
religiosò non può divenire una "legge dello Stato" sarebbe
considerata scontata e pacifica. Invece, in Italia, suscita scandalo e
il Presidente della Camera, per il solo fatto di averla pronunciata,
viene accusato di discriminazione anticristiana", afferma Benedetto
Della Vedova, deputato del Pdl. "Il paradosso - aggiunge - è che proprio dal mondo cristiano, a
partire dalla distinzione tra quanto è dovuto a Cesare e quanto
spetta invece a Dio, è stata elaborata questa barriera concettuale e
culturale contro le derive teocratiche della legislazione". E alla
necessità di mantenere ferma questa distinzione mi pare che il
Presidente Fini abbia dato giustamente voce. Anche sui temi
eticamente sensibili, il compito della legge è di preservare la libertà
dei cittadini, tutelandoli dalla violenza e dall’oppressione morale e
materiale. Di tutelare la libertà religiosa, insomma, non di imporre la
verità religiosa.
Lupi: "Sono stupito da Fini" "Sono stupito dalle dichiarazioni del Presidente Fini. Non
capisco la sua preoccupazione quando parla della necessità di
evitare ’leggi orientate da preconcetti religiosì, so però che la nostra
Carta Costituzionale è il frutto dell’incontro delle grandi tradizioni
che hanno fatto la storia del Paese". Così in una nota Maurizio Lupi,
vicepresidente Pdl della Camera dei deputati. "E so che tra queste, la tradizione cristiana, ispirata alla dottrina
sociale della Chiesa, - afferma - ha giocato un ruolo di primo piano.
Se il Presidente Fini pensa che certi valori rappresentino dei
’preconcetti religiosì sbaglia e si pone su un piano di scontro
ideologico molto lontano dalla laicità positiva da lui stesso evocata.
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