Yangon - Si è conclusa la prima udienza del processo che vede imputata Aung San Suu Kyi, leader della Lega Nazionale per la Democrazia (Lnd) della Birmania, accusata di aver dato riparo a un cittadino americano nella casa in cui si trovava agli arresti domiciliari. La donna rischia fino a cinque anni di carcere.
La richiesta dell'accusa L’udienza odierna si è conclusa alle 15 ora locale, dopo la lettura delle accuse presentate dal vice capo della polizia, Ye Myint Aung, a cui "il legale della Suu Kyi ha posto alcune domande". Il processo è stato aggiornato a domani.
Processo contro l'americano Intanto, secondo le agenzie birmane in esilio, ha avuto inizio anche il processo nei confronti di John Yettaw, il 53enne cittadino americano che era riuscito a raggiungere a nuoto la residenza di Suu Kyi, per poi essere arrestato mentre nuotava nel lago adiacente dopo aver lasciato l’abitazione.
Manifestazioni di solidarietà Alcune centinaia di persone si erano radunate di fronte al centro di detenzione per esprimere il proprio sostegno alla leader di Lnd. Tra questi, oltre a "monaci e giovani attivisti con indosso t-shirt recanti slogan sull’innocenza di Aung San Suu Kyi", numerosi giornalisti locali che, a quanto pare, avrebbero avuto molte difficoltà per utilizzare i telefoni cellulari e, proprio per questa ragione, hanno accusato le autorità birmane di aver bloccato le linee.
Gli ambasciatori dell'Occidente Prima dell’apertura dell’udienza,alcuni rappresentanti diplomatici avevano chiesto di potervi prendere parte. Tra questi anche l’ambasciatore italiano in Myanmar, Giuseppe Cinti, che si è visto respingere tale richiesta insieme ai rappresentanti di Regno Unito, Australia, Francia e Germania. Un console dell’ambasciata statunitense è invece stato autorizzato ad assistere al processo di John Yettaw.
Processo a porte chiuse Il processo si svolge a porte chiuse nel carcere di Insein, dove è stata istituita una giuria speciale.
Il prossimo 27 maggio scade la condanna a sei anni cui è stata condannata Aung San Suu Kyi, che ha trascorso 13 degli ultimi 19 anni agli arresti domiciliari. Il governo ha chiamato 22 testimoni contro la Suu Kyi. Se condannata, rischia da tre a cinque anni di carcere.
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