da Milano
Alessandro Profumo e Dieter Rampl, rispettivamente amministratore delegato e presidente della nuova Unicredit, hanno deciso di muoversi in fretta: i nomi dei sostituti di Christine Licci, uno dei due top manager della tedesca Hvb che alla fine della settimana scorsa hanno rassegnato le loro polemiche dimissioni, sono già stati annunciati. A rimpiazzare la Licci saranno Jan Dreesen, che diventerà responsabile retail, e Andreas Wölfer, che sarà responsabile private banking (la manager altoatesina cumulava le due cariche). Quanto a Stefen Jentzsch, responsabile dellinvestment banking, la scelta del successore è ancora in corso: per il momento sono stati individuati due sostituti ad interim, anchessi tedeschi.
La scelta di manager e interni (individuati a Monaco, tendono a precisare fonti della banca) e il tempismo, indicano una preoccupazione: quella di ridimensionare i problemi aperti con le dimissioni dei due componenti il consiglio di direzione della banca tedesca (entrambi, tra laltro, avevano votato a favore della fusione). Alle due partenze, tra laltro, potrebbe presto aggiungersene una terza, quella di Johann Berger, responsabile della clientela corporate. E con il suo addio, della prima linea della Hvb pre-fusione non rimarrebbe in pratica più nessuno: un paio di manager sono stati chiamati a Milano per assumere nuovi incarichi nella sede centrale del supergruppo; Wolfgang Spriessler, ex responsabile finanza diventerà il numero di Hvb, mentre a lasciare sarebbero in quattro.
Se le dimissioni della Licci e Berger erano quasi attese dopo la nomina di Spriessler ai vertici della banca tedesca (entrambi erano in lizza per il posto), più sorprendenti appaiono quelle di Jentzsch, in predicato per diventare responsabile dellarea di investment banking. Secondo linterpretazione prevalente il dissidio con Profumo avrebbe riguardato confini e «peso» della divisione allinterno del gruppo. Le dimissioni hanno comunque rinfocolato le voci di tensioni allinterno della banca tedesca: i manager locali soffrirebbero il decisionismo degli italiani.
Rampl, in una nota interna, ha detto di «accettare le decisioni dei due manager ma di non capirle», aggiungendo che il processo di fusione non sarà influenzato in alcun modo dalle due dimissioni.
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