Bnl, il vertice Unipol torna sotto inchiesta

Le Procure di Milano e Roma si contendono l’indagine sulla scalata alla banca romana

Stefano Zurlo

da Milano

Finita la tregua elettorale, ripartono le inchieste sui furbetti del quartierino. E Milano aggiunge un nuovo tassello alla ricostruzione della tentata scalata di Unipol a Bnl. Il direttore generale del colosso bolognese Carlo Cimbri è nel registro degli indagati per aggiotaggio. Attenzione: si tratta di aggiotaggio informativo e Cimbri è in buona compagnia con l’ex coppia di comando dell’Unipol: Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, già nel mirino dei pm di rito ambrosiano per le loro relazioni pericolose con il finanziere bresciano Chicco Gnutti.
Il Pool guidato da Francesco Greco contesta in sostanza a Cimbri l’aver diffuso nell’estate del 2005 false comunicazioni al mercato, a proposito del raggiungimento del controllo del 51% delle azioni Bnl prima che esso venisse dichiarato ufficialmente. Di per sé l’iscrizione di Cimbri è un piccolo passo, ma con questa mossa la magistratura bussa al quartier generale del gruppo assicurativo, in via Stalingrado, che dopo l’uscita di scena del duo Consorte-Sacchetti si era chiamato fuori dalle trame estive, dalle intercettazioni e dalle polemiche sulle speculazioni della finanza rossa.
Unipol Assicurazioni replica rinnovando la sua fiducia al direttore generale, «nella convinzione che verrà dimostrata la sua estraneità al reato ipotizzato». E «confida che la magistratura saprà, nel tempo più rapido possibile, completare le indagini nel modo più rigoroso, così da giungere al pieno accertamento della verità». Ma non è detto che la matassa venga dipanata in tempi brevi. Il caso Unipol potrebbe infatti provocare un conflitto di competenze sull’asse Milano-Roma. È la capitale, in teoria, ad avere in mano il boccino dell’indagine, ma ora Milano l’affianca e in qualche modo le due procure si sovrappongono col rischio di stallo. Milano, a quanto si sa, privilegia l’aggiotaggio informativo. E questo dopo una rilettura dei verbali firmati dai protagonisti dell’affaire Bpl, Giampiero Fiorani e Gianfranco Boni, e dei brogliacci delle intercettazioni telefoniche.


Roma, invece, si concentra sull’aggiotaggio manipolativo e cerca risposta alla seguente domanda: come mai le azioni Unipol, che il Banco di Bilbao era disposto a pagare venerdì 13 maggio 2,53 euro con un’offerta pubblica di scambio, salirono il lunedì successivo a 2,70 euro e lì si posizionarono? Chi ha avuto interesse a quell’incremento? Gli accertamenti vanno avanti. Nei prossimi giorni le squadre investigative delle due città s’incontreranno per chiarire i rispettivi ruoli.

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