Giovanni Buzzatti
La Bocconi del futuro? Con meno studenti ma più cara. E con professori premiati (economicamente) in base ai risultati più che allanzianità. Mario Monti, presidente dellateneo, lo ha spiegato ieri insieme al rettore, Angelo Provasoli. «Cambierà la prospettiva: la Bocconi sarà ancora di più ununiversità europea».
Questo è lobiettivo del piano strategico per i prossimi dieci anni. Le cose cominceranno a cambiare dal 2006-2007. I corsi triennali passeranno dai 9 attuali a sei. «Tre daranno una solida e comune base economica», lasciando allo studente il tempo di scegliere in cosa specializzarsi (da qui la scelta del biennio di specializzazione, il «+2»). Continueranno a esistere le lauree triennali in Management dellarte, Scienze giuridiche e quella in International economics and management. La Bocconi «parlerà» di più inglese (aumentano corsi, master e dottorati in lingua straniera, raddoppieranno gli studenti esteri). «Inseriremo i nostri ricercatori nel mercato internazionale - spiega Provasoli - e da lì ne recluteremo».
È probabile, aggiunge, che cali il numero degli iscritti, 11mila oggi. «Non saremo più selettivi allingresso, lo diventeremo dopo il primo anno. Cè un 10 per cento di studenti dei quali non siamo del tutto soddisfatti. Andrà avanti solo chi ha un buon rendimento».
Le rette coprono oggi l80 per cento delle spese.
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